CIVITA CASTELLANA - Un viaggio a ritroso di oltre 50 anni nella storia operaia di Civita Castellana per raccontare la vita e le conquiste sindacali legate all'acquisizione del diritto allo studio retribuito da parte dei lavoratori, passato alla storia come “150 ore”.
Di questo si è parlato lunedì 17 marzo alla biblioteca Enrico Minio con la presentazione della tesi della dottoressa Valentina Chilini dal titolo 'Le 150 ore un’esperienza straordinaria lunga cinquant’anni. Civita Castellana e i territori del distretto industriale“. L'evento, organizzato dall'Anpi Carla Capponi con il suo presidente Ettore Muffo, ha visto la partecipazione di Raffaello Ares Doro, ricercatore in storia contemporanea dell'università della Tuscia co-relatore della tesi, del professore Maurizio Ridolfi docente di storia contemporanea Unitus, presidente dell’Istoreco e del Csei (Centro Studi europei ed internazionali) e Marco Bigerni della Filctem Cgil di Civita Castellana.
'Le 150 furono ottenute nel 1973 con la firma del rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici in una fase storica in cui il mondo sindacale stava attraversando un periodo di massima incisività - ha affermato il professor Ares Doro -. Per la prima volta il mondo del lavoro si arricchisce di un diritto ufficialmente riconosciuto dall'azienda'. Una riforma che fu epocale, forse poco conosciuta oggi tra le giovani generazioni, ma che in Italia aprì la strada all'implementazione delle politiche di educazione degli adulti e dell’educazione permanente su cui stavano cominciando ad impegnarsi anche gli enti locali. Erano gli anni delle grandi conquiste sociali, ma il tasso di analfabetizzazione era ancora molto alto, tanto che negli anni 70 la media nazionale di persone senza licenzia media era del 70 percento.
'Anche Civita Castellana rispecchiava questa situazione - ha spiegato Valentina Chilini -. Fu proprio nel 1974 che si tenne il primo corso speciale per lavoratori nella scuola media Dante Alighieri a cui si iscrissero 120 persone tra uomini e donne. A quel tempo i ragazzi lasciavano la scuola molto presto per andare a lavorare in fabbrica, con le 150 ore ebbero la possibilità di ottenere il diploma di terza media, mantenendo al tempo stesso il lavoro'. 'Per questo motivo le 150 ore rappresentarono una conquista importante per la società: riuscirono ad abbattere le frontiere tra lavoro manuale e intellettuale, attuarono una vera e propria democratizzazione scolastica, favorirono il processo di alfabetizzazione di massa'.
'Lo studio del caso civitonico - ha infine affermato il professor Ridolfi - è stato particolarmente importante, siamo stati l'unica università che ha proposto un progetto nazionale al 50esimmo anniversario di tale ricorrenza. Per fare questo lavoro abbiamo cercato documenti in parlamento e negli archivi sindacali. Sarebbe bello impreziosire questa ricerca con testimonianze dal vivo di uomini e donne che a suo tempo si avvalsero di questo diritto'
Bigerni ha raccontato il mondo sindacale di oggi e di quanto sia difficile coinvolgere i giovani nelle varie attività come, ad esempio, la partecipazione alle assemblee. Una situazione resa ancora più difficile e ostativa dalla divisione tra sigle sindacali sul territorio.