di Fabio Tornatore
VITERBO - L'abbazia di San Martino al Cimino sarebbe perfettamente orientata con il Sole, secondo un modello astronomico e matematico utilizzato dai Cistercensi. Ad affermarlo sarebbe il ricercatore e fotografo Luca Storri, già conosciuto per alcune sue scoperte intorno alle chiese di Santa Maria in Falleri e Soriano nel Cimino legate alla posizione delle strutture secondo la disposizione del sole e delle stelle. 'Dopo anni di ricerca', riferisce Storri 'posso affermare che la chiesa di San Martino al Cimino sita nell’omonimo paese, è perfettamente allineata con i fenomeni astronomici principali solari dell’anno, quali equinozi e solstizi'.
In un luogo tanto caro ai papi nel medioevo, ma anche e soprattutto all’ordine dei monaci Cistercensi, Storri afferma che la chiesa di San Martino al Cimino e il suo complesso abbaziale sono la perfetta coesione tra cielo, terra e zone infere, costruiti secondo un modello astronomico e matematico, legato anche alla simbologia sacrale e al concetto di cosmogonia, già attestati da storici delle religioni e medievisti. Lo studioso dichiara non solo di aver trovato nell’abside principale uno dei simboli caratteristici utilizzati dai cistercensi nella costruzione delle loro chiese e abbazie, ma anche di aver scoperto che il complesso risulta allineato con i principali fenomeni solari dell’anno, quali gli equinozi e i solstizi, corrispondenti al modello di orientamento cistercense.
'È interessante notare' afferma lo studioso 'che in questo luogo come negli altri insediamenti cistercensi, l’orologio astronomico che la struttura templare presenta al suo interno è di pregevole fattura; non si tratta di un orologio vero e proprio, ma di un orologio di pietra, di un calendario, che attraverso il movimento che il sole compie durante l’anno (nell’eclittica), scandisce come un calendario il tempo della chiesa, dei rituali, delle festività utili gli offici dei monaci bianchi durante il loro percorso annuale, tra festività da celebrare e ricorrenze da tenere a mente nella maniera più precisa possibile'.
Dalle fonti storiche, con ogni probabilità, la chiesa era stata iniziata nel XII secolo, a partire dall’abside, e i lavori vennero ripresi con il rinnovamento della comunità. Nel 1225 si ha notizia di una prima consacrazione ma, nel secolo successivo, probabilmente a causa di un crollo, venne ricostruito il corpo longitudinale.
'Da notare' continua Luca Storri 'che il complesso della chiesa di San Martino si presenta come un edificio completamente diverso dagli altri edifici italiani legati all’ordine cistercense, confermando la ricchezza di percorsi dell’architettura cistercense. È da ritenere che tale diversità sia da ricondurre alla discendenza dalla linea di Pontigny.Il chiostro, purtroppo sopravvissuto soltanto in parte, con la sala capitolare, il refettorio e la manica adiacente, si trova in posizione anomala rispetto ai classici canoni cistercensi, come è capitato anche in altre abbazie cistercensi in Italia; ubicato a nord, molto probabilmente per adattarsi alle condizioni del terreno in pendenza'.
Storri afferma che la chiesa e il complesso abbaziale di San Martino al Cimino è un vero e proprio patrimonio, una perla da visitare e da conoscere nella sua completa interezza storica e simbolica, in modo da divulgare la grande conoscenza matematico - filosofica - religiosa che questa antica struttura custodisce ancora oggi fra le sue antiche mura.
Lo studio sulla luce e il suo significato che Storri ha compiuto su questa chiesa, come su altre nella Tuscia, è stato già oggetto di conferenza al Museo Nazionale Etrusco dell’Albornoz di Viterbo e presto in altre sedi e merita di essere portato a conoscenza di tutti, così da riscoprire l’antico sapere perduto ormai da secoli.