ANNO 15 n° 120
'La veritā sulla morte di Aldo Moro č ben diversa da quella che tutti noi conosciamo'
L'onorevole Gero Grassi a Civita Castellana. Una conferenza per raccontare pagine irrisolte dell'omicidio Moro
Alessandra
30/04/2025 - 07:34
di Alessandra Sorge

CIVITA CASTELLANA - 'Cancellate tutto quello che fino ad oggi pensavate di sapere sul caso Moro, perché la verità è completamente diversa', così Gero Grassi intervenendo alla conferenza 'Il caso Moro e la verità negata' tenutasi lunedì pomeriggio presso il comune di Civita Castellana su iniziativa dell'Anpi e del suo presidente Ettore Muffo.

Gero Grassi, ex parlamentare, giornalista e scrittore è stato componente della Commissione d’inchiesta sull’eccidio di via Fani, sul rapimento e la morte di Aldo Moro (la commissione Moro 2 presieduta da Giuseppe Fioroni), e ha svolto un lungo lavoro di studio sul caso, passando al setaccio milioni di pagine di atti giudiziari e documenti riservati, alcuni dei quali messi a disposizione dalla famiglia di Moro. Da qui ne ha tratto un libro, oltre 200 pagine di fatti minuziosamente ricostruiti (scaricabile dal sito www.gerograssi.it) che egli stesso ha definito “un atto di verità e di responsabilità civile”. 

'Il bisogno di verità mi ha spinto ad affrontare questo lavoro - ha detto Grassi -. Sull’eccidio di via Fani e sulla morte di Aldo Moro la verità è una sola, ed è quella che emerge dalle indagini, suffragata da prove certe. E' la storia di un uomo, di uno statista, assassinato per il suo ruolo e le sue idee, e quella di un Paese, l’Italia, la cui storia, con la perdita di quell’uomo e la fine del suo disegno politico, avrebbe cambiato inesorabilmente corso'.

Dunque un “caso di Stato”, come lo ha definito Grassi, che nella sua ricostruzione dei fatti chiama in causa non solo le Brigate Rosse, ma anche responsabilità politiche e internazionali legate alla volontà - ostacolata - di Moro di costruire l'Europa dei popoli e di superare il dualismo tra Russia e Stati Uniti.

Moro, che venne anche a Civita Castellana durante il suo mandato, fu rapito il 16 marzo a Roma dalle Brigate Rosse ed il suo corpo senza vita fu fatto ritrovare il 9 maggio 1978 a Roma in via Caetani, al termine di 55 giorni di prigionia. Nell’agguato furono uccisi tutti gli uomini della scorta: Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino'

Secondo l'onorevole Grassi: 'La versione ufficiale dei fatti non ha mai restituito pienamente la complessità e la portata politica dell’omicidio Moro. Come ha scritto lo stesso Fioroni nei capitoli introduttivi: 'Il racconto del caso Moro fatto da Valerio Morucci (memorandum Morucci-Faranda) è artefatto. La via di fuga presa dai brigatisti dopo l’agguato mortale di via Fani è diversa da quella descritta e l’abbandono delle auto usate non è affatto andato come ci hanno detto, probabilmente per coprire l’esistenza di una base proprio nelle vicinanze. E poi il bar Olivetti: il locale quel giorno non era affatto chiuso, ma attivissimo non solo per fare caffè ma anche come ‘ufficio’ dei più importanti boss criminali che lì si incontravano per smistare armi, droga, soldi sporchi; le trattative per salvare Aldo Moro di sicuro ci furono ma furono ‘boicottate’ da misteriose interferenze; uno dei sicuri tentativi di mediazione fu fatto dalla dirigenza dell’OLP di Yasser Arafat, tramite il colonnello Stefano Giovannone, mediatore dell’accordo stipulato con i rappresentanti palestinesi, noto come il Lodo Moro, di cui abbiamo appreso alcuni particolari dall’importante audizione di Bassam Abu Sharif, ex portavoce del Fronte popolare di liberazione della Palestina (fazione dell’Olp). Infine, la cattura dei primi due importanti brigatisti, Valerio Morucci e Adriana Faranda, fu in realtà una ‘consegna’, frutto di una trattativa che, in gran parte, è stata all’origine delle verità annacquate degli anni successivi'. Tutta la ricostruzione dei fatti, secondo il lavoro della commissione, è messa nero su bianco su libro verità di Grassi. @Riproduzione riservata

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