VITERBO - In queste ore è tornato sotto i riflettori il recupero e la riqualificazione della Torre Civica di Piazza del Comune con lo stanziamento dei fondi e l’apertura del cantiere. È giusto che la città sappia chiaramente chi ha messo le basi dell’operazione: il consigliere Massimo Erbetti, che con un emendamento al bilancio del 2019, ha aperto la strada al finanziamento di 300 mila euro per rendere visitabile la Torre.
Tuttavia, negli articoli recenti e in dichiarazioni politiche che circolano da mesi è frequente vedere il mio nome assente o, peggio, attribuzioni generiche (“l’amministrazione”, “il progetto comunale”, “la maggioranza”) che lasciano intendere che l’operazione sia frutto di decisioni collettive o di chi oggi è in carica.
Per fare chiarezza: l’emendamento originario per lo stanziamento di 300 mila euro fu presentato da me, consigliere del Movimento 5 Stelle, e venne approvato dal Consiglio con voto favorevole.
In vari articoli si cita che “il sindaco Arena” o “l’amministrazione Arena” avrebbero “approvato” il progetto, senza ricordare che il progetto era già operativo da quanto da me proposto e approvato in consiglio. (Ad esempio: articolo “Torre civica piazza del Comune, tutto pronto per i lavori di riqualificazione” non ricorda il mio nome.)
Nel 2025, quando si parla dell’apertura del cantiere con fondi FESR per 780 mila euro, si cita che il progetto è “iniziato da ex consigliere Erbetti” (buono, almeno si ricorda), ma spesso l’accento è spostato su altri attori, quasi a voler minimizzare il merito iniziale e a questo punto verrebbe anche da chiedersi perché si è atteso sei anni? Quanto si sarebbe potuto risparmiare se i lavori fossero partiti nell'immediato?
In testate giornalistiche locali, si parla di “giunta” che approva o di “progetto dell’amministrazione Frontini” come se fosse tutto opera recente, cancellando il contributo originario. (Vedi “La torre civica diventa terrazza panoramica” – qui si parla di progetto approvato dall’amministrazione Frontini, quasi come fosse totalmente sua la paternità.
Dunque, è necessario ribadire con chiarezza:
Il progetto della Torre Civica oggi visibile, percorribile, finanziabile non è figlio del caso né di scelte casuali. È nato da un emendamento voluto, presentato e sostenuto con determinazione da Massimo Erbetti, in una fase in cui altri potevano dire “tanto non si farà”.
Ogni valorizzazione, ampliamento o adeguamento successivo non può cancellare il fatto che qualcuno ha preso l’iniziativa quando molti altri rimanevano appesi alle promesse.
Spesso, la narrativa corrente privilegia chi oggi è in carica, facendo diventare merito dell’attuale amministrazione ciò che ha radici precedenti: è una forma di riscrittura storica che non è accettabile, specie in politica.
Non rinnego che sia un risultato collettivo, che negli anni si sono susseguiti atti tecnici, giunte e procedure, ma chi oggi sta in maggioranza non può tacere o negoziare il merito iniziale, né far finta di ignorarlo.
Invito i media locali e regionali
a riscrivere i titoli dei prossimi articoli con equità: “progetto nato da Erbetti e portato avanti dall’attuale amministrazione”, non l’inverso.
A citare correttamente la genesi: “emendamento 300 mila euro presentato da Erbetti, approvato dal Consiglio”
a non cancellare il nome che, per primo, ha creduto che la Torre Civica sarebbe potuta diventare un volano turistico per Viterbo.
Ai cittadini di Viterbo ricordo che non basta che la Torre venga riqualificata: conta chi ha avuto il coraggio e la visione per proporla quando altri non credevano. Chi oggi applaude alla riapertura non dovrebbe nascondersi o appropriarsi di ciò che altri avevano già messo in moto.
In attesa di ulteriori sviluppi e pronti a vigilare affinché il racconto politico non tradisca la realtà dei fatti.
Massimo Erbetti