ANNO 15 n° 271
La tomba Oceane torna a vivere: il gioiello affrescato di Viterbo rinasce dal tufo
Unico esempio di sepoltura completamente decorata nella città, è al centro di un imponente progetto di restauro da 400mila euro. Archeologi e restauratori: “Un patrimonio da restituire ai cittadini”
28/09/2025 - 19:31

VITERBO – Nascosta sotto strada Bagni, invisibile ai più, la tomba Oceane rappresenta uno dei tesori archeologici più importanti della città. È infatti l’unica sepoltura interamente affrescata scoperta finora nel territorio viterbese. Dopo decenni di abbandono e danni causati dai tombaroli, questo prezioso monumento sta finalmente tornando alla luce grazie a un progetto di restauro da 400mila euro, che coinvolge Soprintendenza, Ministero della Cultura e istituti di ricerca italiani e internazionali.

Scoperta tra gli anni ’70 e ’80 durante lavori stradali, la tomba – appartenente alla famiglia Oceane – presenta una piccola camera funeraria scavata nel tufo, con nicchie e pareti decorate da motivi geometrici, figure antropomorfe e zoomorfe, realizzati con pigmenti vivaci come il rosso, il verde e il nero. La sua unicità ha spinto archeologi, architetti e restauratori a un lavoro lungo e meticoloso.

“È un progetto ambizioso, uno dei più importanti nella storia del patrimonio viterbese” ha spiegato l’archeologa Beatrice Casocavallo durante la conferenza dedicata al recupero del monumento. “Oggi i frammenti affrescati, salvati negli anni ’70, sono conservati alla Rocca Albornoz. L’obiettivo è reinserirli nel contesto originario per ricostruire il racconto visivo della sepoltura”.

Il restauro è complesso: l’ambiente è di appena 4x3 metri, alto meno di due metri, ma le indagini geologiche, stratigrafiche, multispettrali e microclimatiche richiedono il lavoro integrato di numerose professionalità, come illustrato dall’architetta Federica Cerroni. Tra le sfide maggiori: l’instabilità del tufo, le infiltrazioni, le radici e i danni strutturali causati dal tempo e dai saccheggi.

“La tomba è scavata in tufo rosso a scorie nere, tipico dell’area del vulcano Vicano” ha spiegato la restauratrice Sara Pascucci, che le ha dedicato la sua tesi. “Sopra la roccia sono stati applicati l’arriccio e l’intonaco, su cui poi sono stati dipinti gli affreschi. Alcuni tratti sono ancora leggibili, ma il lavoro di recupero è estremamente delicato”.

La volontà condivisa da tutti i presenti – tra cui l’impresa Koine, che sta eseguendo i restauri – è quella di aprire la tomba al pubblico, creando un percorso sicuro per visitatori e studiosi. “Non vogliamo più che resti nascosta” è il messaggio unanime. Il Comune di Viterbo è coinvolto nel progetto per migliorare l’accessibilità e collegare il sito con Valle Faul, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio storico e archeologico della città.

La tomba Oceane è un viaggio dentro la storia sepolta di Viterbo. E ora, finalmente, sta tornando a parlare.






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