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Un percorso che parte da lontano. Dal 2014, anno di adesione al Patto dei Sindaci, Viterbo ha già raggiunto risultati significativi: una riduzione del 36% delle emissioni e un forte sviluppo delle energie rinnovabili. Nel solo 2023 gli impianti fotovoltaici censiti sul territorio coprivano circa 10 km², ciò si traduce in una produzione capace di soddisfare due volte il fabbisogno energetico della provincia.
Il PAESC non si limita però alla transizione energetica: affronta i rischi legati al cambiamento climatico, dalle ondate di calore alla carenza idrica (con perdite nella rete pari al 34,5%), fino alle criticità di agricoltura e foreste. Tra le azioni previste anche il PINQUA, che introduce sistemi drenanti e nuove aree verdi nei parcheggi urbani.
Durante la discussione tenutasi durante l’ultimo consiglio comunale, il tono è stato costruttivo. “Serve un approccio pragmatico, non ideologico — ha proposto l’assessore all’urbanistica Emanuele Aronne — potremmo non beneficiare personalmente dei risultati, ma dobbiamo agire ora”.
Per la consigliera capogruppo Fratelli d’Italia, Laura Allegrini “non si può più pensare di procedere senza una programmazione e una sinergia condivisa”; anche Andrea Micci (Lega) ha parlato di “piano necessario per dare regole chiare al settore delle rinnovabili”. Più cauta la consigliera Luisa Ciambella, che invita a “non morire di ecologismo” e a vigilare contro un uso eccessivo del suolo.
“Il clima è la vera emergenza del nostro tempo — ha ricordato il consigliere Paolo Moricoli — ma oggi Viterbo dimostra che cambiare rotta è possibile”.
 
