ANNO 15 n° 147
La Serpara ospita e inaugura l'opera dell’artista Cristiano Carotti
Entrata libera il 7 el’8 giugno 2025 nel Giardino delle Sculture di Civitella D’agliano con la musica di The Wolf Gang. Il programma completo
25/05/2025 - 17:29

CIVITELLA D’AGLIANO - Torna l'appuntamento annuale con La Serpara, il giardino di sculture fondato dall' artista svizzero Paul Wiedmer nel 1997 nella valle del Rio Chiaro, al confine tra Lazio e Umbria. Due giornate di arte contemporanea, musica dal vivo, talk e performance sonore, in un luogo unico che fonde arte e natura. Nel giardino verrà inaugurata l'opera 'Regolo' di Cristiano Carotti, un lavoro site-specific ispirato alla mitologia locale del serpente Regolo e reinterpretata attraverso la simbologia universale dell'Ourobòros.

L'opera invita il pubblico a un'esperienza meditativa e immersiva, un percorso attraverso un serpente luminescente che si chiude su sé stesso e conduce a una pietra di meditazione sul fiume. Realizzata in acciaio inox, alluminio e vetro, l'opera è in perfetta sintonia con lo spirito de La Serpara, luogo d'incontro tra genius loci e orizzonti globali.

L'ingresso è gratuito, l'evento è promosso dall'Associazione Culturale La Serpara, affiliata ARCI. È possibile sostenere il progetto tramite tesseramento o libera offerta.

 

PROGRAMMA

SABATO 7 GIUGNO

16:00 – The Wolf Gang | Jazz Quartet

18:00 – Inaugurazione dell'opera 'Regolo' di Cristiano Carotti

Introduzione di Simone Zacchini e Marco Trulli

19:30 – Rotadefero | Industrial Noise Performance

22:00 – A Zonzo | Swing & Italian Ballads

23:30 – Camatique | DJ Set

 

DOMENICA 8 GIUGNO

16:00 – The Wolf Gang | Jazz Quartet

18:00 – Federico Nardella – Hissed Syntax | Organ Sound-Performance

 

Cristiano Carotti

Regolo

2025

Acciaio inox, alluminio, vetro

Dimensioni ambientali

L'opera site-specific che Cristiano Carotti ha realizzato per La Serpara è un'installazione ambientale praticabile il cui titolo rimanda a una leggenda nata in epoca romana e tipica di queste zone collinari del centro Italia: quella del serpente Regolo.

Si tratta di un animale fantastico presente in diverse tradizioni toscane, umbre e sabine, in cui spesso finiscono per mischiarsi esoterismo e cristianesimo, tanto che una delle sue rarissime rappresentazioni iconografiche del Regolo giunte fino a noi è visibile in un rilievo all'interno di una chiesa: la Pieve di Corsignano, a Pienza, la cui costruzione originaria risale al VII secolo. Il nome ha il significato letterale di 'piccolo re', secondo la stessa derivazione semantica rintracciabile anche per il Basilisco, altro rettile immaginario il cui nome in greco antico assume esattamente lo stesso significato.

Anche in questo caso si tratta di un grosso serpente, ma che in realtà nasce come una normale vipera, che poi cresce a dismisura solo dopo essere stata tagliata a metà. Sopravvissuta alla morte, dopo la mutilazione la vipera si trasforma in Regolo, rettile molto vendicativo nei confronti di chi l'ha aggredito, ma anche di tutti coloro che hanno la sfortuna di incontrarlo casualmente nei boschi. Da un accadimento violento e potenzialmente mortale, dunque, il Regolo ne ricava internamente una possibilità di trasformazione, tanto che in diverse versioni della leggenda si racconta che, dopo la mutilazione, non solo il suo corpo cresce in lunghezza, ma anche che le sue squame diventano luminescenti.

Unendo questa leggenda locale con una simbologia universale, Carotti ha pensato di rappresentare un Regolo che fosse allo stesso tempo anche un Ourobòros, un serpente che si morde la coda, rifacendosi a un'etimologia ermetica medio-orientale legata alla tradizione alchimistica che farebbe risalire anche la parola Ourobòros alla figura di un 're serpente'. Nella linearità del rettile che si trasforma in cerchio, il Regolo di Carotti diventa esso stesso il fautore della propria trasformazione, in un rimbalzo continuo tra unità e infinità, morte e rinascita, in cui il potere che divora e rigenera sé stesso trascende la violenza in meraviglia.

Come spesso accade nel suo lavoro Carotti fa coesistere la dimensione esoterica con quella essoterica, veicolando il significato nascosto dell'opera attraverso l'uso di materiali industriali 'duri' e 'forti', solo all'apparenza fuori contesto. In questo caso, la struttura interna della grande scultura che rappresenta il Regolo-Ourobòros è stata realizzata in acciaio inox presso un'officina meccanica di Terni, sotto la supervisione tecnica del mastro ferraio Marco Di Giovanni e la direzione di produzione di Graziano Carotti. Mentre la parte esterna è costituita da un assemblaggio di paracera colorati, di alto valore storico, provenienti dalla collezione di due importanti artigiani del vetro (Arte e restauro del vetro di Aldo Frasca e Maria Beatrice Cesari, a Roma), che li hanno donati all'artista per la realizzazione dell'opera.

La durezza dei materiali utilizzati si scontra, in un gioco di contrapposizioni cangiante e attraente, non solo con il significato nascosto dell'opera ma anche con la delicatezza della fruizione per cui è stata realizzata. Infatti, la scultura è pensata come una soglia da attraversare per raggiungere una postazione di meditazione su una pietra piatta, emergente dal fiume Rio Chiaro, raggiungibile attraverso una passerella in alluminio che parte dalla riva, tra i bambù.

Così arte e natura s'insinuano l'una nell'altra, aiutate anche dall'elemento acquatico del fiume e da quello luminoso dei raggi di sole che filtrano tra le piante. Realizzando un luogo irenico e di stasi nell'incessante fluire dell'acqua, a cui si accede passando attraverso un Ourobòros luminescente che è in realtà un Regolo, Carotti ha unito il pantha rei di Eraclito e l'eterno ritorno di Nietzsche con la trascendenza orientale e la tradizione locale, accordandosi perfettamente a una delle caratteristiche principali de La Serpara. Nell'installazione di Carotti, infatti, il genius loci si apre al mondo, coniugando spirito del luogo e sentimento del mondo, secondo la tradizione che ogni giardino, come la stessa Serpara testimonia, è allo stesso tempo unione di alto e basso, microcosmo e macrocosmo.

 

ORARI

Sabato: 16:00 – 01:00

Domenica: 16:00 – 23:00

 

La Serpara, il Giardino di Sculture di Paul Wiedmer ha sede nella Tuscia, a nord di Viterbo, e si estende su circa cinque ettari. Aperto al pubblico e in continua trasformazione già dal 1997, è il giardino di sculture dell'artista svizzero Paul Wiedmer, che ha voluto ricreare un microcosmo in cui unisce la passione per la botanica con quella per l'arte contemporanea, intesa come forma di creatività che rispetta e si integra con il territorio. La Serpara si colloca nella ricca tradizione dell'arte dei giardini che caratterizza l'Umbria, il Lazio e la Toscana di cui fa parte il Sacro Bosco di Bomarzo. Ogni anno il parco si arricchisce di nuovi interventi artistici e attualmente accoglie quaranta artisti del panorama internazionale contemporaneo e oltre ottanta sculture e installazioni, una collezione variegata realizzata con tecniche e materiali di diverso genere, in cui arte e natura dialogano in perfetto equilibrio.

A La Serpara ci sono opere permanenti di 40 artisti: M.S. Bastian & Isabelle L., Thomas Baumgärtel , Albert Braun , Bruno Ceccobelli , ingold airlines , Wilhelm Koch , Daniel Kufner , Graziano Marini , Attilio Pierelli , Reini Rühlin, Pavel Schmidt, Daniel Spoerri, Ursula Stalder, Daniel Braeg, Massimo De Giovanni, Bruno Wank, Samuele Vesuvio, Uwe Schloen & Petra Fiebig, John Greer, Jérémie Crettol, Severin Müller, Vanessa Paschakarnis, Werther Germondari, Thorsten Kirchhoff, Kurt Sommer, Riccardo Murelli, Pasquale Altieri, Karl Manfred Rennertz, Ralf Sander, Hans Thomann, Lilly Keller, Ettore Le Donne, Carmine Leta, James P Graham, Davide Dormino, Susanne Neumann, Tommaso Cascella, Schwarz Gänsehaut, Cristiano Carotti.

Chi è Cristiamo Carotti?

Cristiano Carotti (Terni, 1981) vive e lavora a Roma. La sua pratica artistica include pittura, scultura e installazione, con un focus sull'influenza dei simboli nelle dinamiche sociali. Indaga il conflitto tra Homo Naturalis e Mechanicus, celebrando la riconquista della natura su spazi abbandonati. Le sue opere uniscono elementi meccanici e forme ispirate alla natura, simboli di un tempo lento e armonico. Recupera objets trouvés, ex simboli di velocità, trasformandoli in supporti per sculture ceramiche. Il contrasto tra naturale e artificiale riflette la frattura e la possibile riconciliazione tra uomo e natura.

 

COME ARRIVARE

Civitella d'Agliano si trova tra i caselli A1 di Orvieto e Attigliano.

Non è possibile accedere in auto a La Serpara.

Usate i parcheggi pubblici del paese e usufruite del bus-navetta gratuito ogni 15 minuti:

Piazza via Antonio Rizzardi (Giardinetti)

Piazza Cardinal Dolci (Comune)

Piazza Poggio della Fame (Hurrà Discount)

La Serpara






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