


VITERBO – La cultura come motore. È questa l’idea alla base della seconda edizione del Festival Economie della Cultura, in programma dal 21 al 23 novembre, pronta a trasformare la città in un laboratorio di progetti e strategie per il futuro. Un omaggio a Viterbo e alle sue potenzialità ancora sopite, soprattutto in vista della candidatura a Capitale italiana della Cultura 2033.

Un’iniziativa che, nelle intenzioni degli organizzatori, non vuole essere soltanto una vetrina, ma un cantiere aperto sul futuro “Abbiamo coinvolto cento realtà culturali e imprenditoriali – spiega la sindaca Chiara Frontini – e da un’impostazione top-down siamo arrivati a un programma condiviso, che può incidere sullo sviluppo della città e della provincia. Un’occasione per monitorare, creare e far crescere nuove realtà”.
Sulla stessa linea il consigliere regionale Daniele Sabatini “Una proposta di qualità e prestigio, con un approccio diverso rispetto al passato. Parliamo di cultura in senso concreto, come motore di promozione del territorio. Il ministro Giuli sta offrendo un supporto importante per renderlo sempre più attrattivo”.
Il tema dello sviluppo, però, non si ferma solo agli eventi: riguarda investimenti, strategie, visione. La vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli non nasconde l’ambizione “Stiamo lavorando per portare Viterbo a Capitale della Cultura 2033. Valorizziamo il patrimonio, ma investiamo anche in infrastrutture e risorse: dai lavori sull’ex Ospedale degli Infermi ai 17 milioni regionali, fino ai 3 milioni per l’Università della Tuscia. Il festival è un filo conduttore che unisce strategia e visione: nel Lazio la cultura muove 15 miliardi di euro”. Poi un richiamo ai recenti eventi “L’incendio di giugno è stata una ferita collettiva. Bisogna rialzarsi assieme”.

“Il diritto a restare dipende dalle opportunità che creiamo oggi”, aggiunge la vicepresidente del parlamento europeo, Antonella Sberna, mentre Il presidente della Commissione Cultura della Camera, Mauro Rotelli, insiste sulla continuità “Con l’ultima legge di bilancio arriveranno 7 milioni per mettere in sicurezza Santa Maria in Gradi. La perseveranza è la chiave”.
A portare lo sguardo del mondo accademico è il professor Andrea Ferlini, delegato della rettorice dell’Università della Tuscia “La cultura non è un settore da sostenere, ma un’infrastruttura di sviluppo: trasforma la memoria in futuro”.
