CALCATA - ''La ragazza era aggrappata con le mani alla vegetazione, su un precipizio di 50 metri''.
A parlare sono i capireparto dei vigili del fuoco, Antonio Bertoccini e Gianni Manini, che venerdì sera hanno eseguito materialmente il salvataggio della 19enne caduta nel vuoto a Calcata vecchia.
''Sono stati molto bravi colleghi del distaccamento di Civita Castellana - dicono - che appena arrivati sono riusciti a calare un collega e a bloccare, a prendere letteralmente con le mani la ragazza per evitare la caduta nel precipizio''.
Al loro arrivo, i vigili del fuoco esperti in tecniche di recupero speleo alpino fluviali, hanno avuto notevoli difficoltà.
''L'ingresso di Calcata - spiegano - è accessibile sono a piccoli mezzi e piccolissime autovetture, ai nostri mezzi sicuramente no. Perciò dalla piazza all'ingresso del paese abbiamo dovuto prendere tutta l'attrezzatura, barella corde, e trasportarle fino al punto dove ci siamo calati, circa 200 metri più avanti''.
''Altra difficoltà - raccontano ancora Antonio Bertoccini e Gianni Manini - è stata quella di trovare dei tubi d'attacco per procedere con il resto del recupero, calcolando che eravamo nel contesto urbano quindi non avevamo dei veri e propri punti d'attacco''.
''E' stato fatto un paranco dall'alto - raccontano - ed è stata calata la barella. E' stato eseguito l'imbarellamento in parete''.
''Ci siamo trovati con la ragazza sul precipizio - spiega uno dei due capireparto - su una sporgenza di circa 30 centimetri, aggrappata lì, con il collega che la teneva dalle braccia. L'ho vincolata a me in modo da evitare che scivolasse ancora più in basso. Calata la barella, la difficoltà è stata adagiarla in parete. Era in uno stato d'agitazione perché vedeva tutto il lavoro che stavano facendo i colleghi e si rendeva conto di quello che stava succedendo''.
''L'abbiamo tranquillizzata - prosegue l'altro caporeparto - e il collega ha scambiato due parole come se fossimo sulla piazza e non in parete ed è riuscito a tranquillizzarla anche se era molto agitata perché percepiva che stava a cinquanta metri d'altezza''.
L'ultima difficoltà ha riguardato il posizionamento.
''E' stato molto difficoltoso - dicono - perchè dovevamo passare da una posizione orizzontale a verticale. La ragazza si sentiva cadere ma c'è stato un dialogo continuo. La comunicazione è stata fondamentale''.