VITERBO – Una raccomandata indirizzata a Viterbo finisce inspiegabilmente nell’ufficio postale di Tuscania, costringendo il destinatario a percorrere 50 chilometri tra andata e ritorno per poterla ritirare. Protagonista della vicenda l’ex consigliere comunale Chicco Moltoni, che ha denunciato pubblicamente il disservizio definendolo “assurdo e grottesco”.
“Ero fuori casa e non ho visto subito l’avviso di giacenza – racconta Moltoni –. Quando l’ho trovato, ho notato che era datato 6 ottobre e che entro cinque giorni avrei potuto richiedere una seconda consegna. Così il 10 ottobre ho telefonato al numero indicato”.
Dall’altra parte del telefono, però, la sorpresa: “L’operatrice mi ha detto che ormai era troppo tardi per un nuovo tentativo di consegna e che avrei dovuto recarmi di persona all’ufficio indicato per il ritiro. Ma sull’avviso c’era scritto chiaramente: Ufficio postale di Tuscania”.
Nonostante la richiesta di chiarimenti e la segnalazione dell’errore, Moltoni si è sentito rispondere che non c’era alcun errore, ma si trattava di una “questione organizzativa interna”.
“È inaccettabile – sottolinea l’ex consigliere – che un cittadino residente a Viterbo, con diversi uffici postali nel raggio di pochi chilometri, debba mettersi in macchina e fare 25 chilometri per raggiungere un altro Comune solo per una raccomandata. Questo non è un servizio, è un disagio”.
Il caso ha rapidamente fatto il giro della città, sollevando interrogativi su eventuali altri disservizi simili. Nel frattempo, resta lo sconcerto per una gestione che, a detta dei cittadini, ha più l’aspetto dell’assurdo burocratico che dell’efficienza postale.