VITERBO – “Serve una presa di posizione decisa e soprattutto interpartis” Una risposta ferma e condivisa arriva dalla Provincia di Viterbo contro la Proposta di Legge Regionale sul riordino delle aree naturali protette. Il Consiglio provinciale, riunito nella seduta del 7 agosto, ha votato all’unanimità un documento unitario che raccoglie e sintetizza le richieste di tutti i Comuni del territorio, con l’obiettivo di contrastare una legge giudicata definita “punitiva e sbilanciata”.
“Non guardiamo a questioni partitiche – introduce il presidente della Provincia Alessandro Romoli – ma alla difesa del territorio. Questa proposta colpisce trasversalmente ogni realtà della Tuscia: abbiamo quindi deciso di redigere un testo unico che tenga conto delle esigenze locali, da inviare in Regione come atto politico e tecnico condiviso tra di noi”.
A guidare i lavori, il presidente della Commissione Ambiente Ermanno Nicolai “Abbiamo colmato le mancanze che c’erano state nelle precedenti interlocuzioni a Roma, raccogliendo le delibere approvate dai consigli comunali e strutturando una proposta concreta. È una presa di coscienza territoriale, basata su equilibrio e conoscenza dei nostri parchi”.
Dai sindaci presenti, è emersa una forte opposizione all’accentramento previsto dalla legge. Due i principali nodi da districare, Il sindaco di Acquapendente Alessandra Terrosi ha ribadito la necessità di tutelare il Bosco del Sasseto. Allo stesso modo, il sindaco di Calcata, Cristian Di Giovanni, ha chiesto che il Parco del Treja resti autonomo e non venga inglobato nel Parco di Veio. Il sindaco di Farnese, Giuseppe Ciucci, ha invece parlato dell’impatto economico della riforma “Molti comuni gestiscono oggi le riserve a costo zero. La creazione di nuovi enti gestori comporterà spese che la Regione Lazio non ha previsto”.
Importanti anche le osservazioni del consigliere Amori, incentrate sulle ragioni tecniche per il declassamento del Parco dell’Antichissima Città di Sutri a monumento naturale, mentre Romoli ha messo in guardia sul rischio di un aumento generalizzato dei costi di gestione, senza un adeguato stanziamento di fondi regionali “Senza risorse, nessuna legge sarà efficace, di conseguenza l’aumento delle spese sarà inevitabile, e questo peserà soprattutto sui piccoli comuni”.
Il Consiglio ha infine approvato un emendamento unitario, a sostituzione delle proposte precedenti, confermando così la volontà comune di difendere le specificità ambientali e amministrative della Tuscia.