ANNO 14 n° 119
''La morte di Valentina Col era evitabile''
Lo hanno stabilito gli ispettori del ministero della Salute incaricati di accertare le cause del decesso della ragazza mentre era in vacanza a Pescia Romana
02/12/2013 - 00:00

VITERBO – Valentina Col, la ragazza romana di 17 anni colta da malore mentre era in vacanza con i genitori a Pescia Romana e morta il 25 agosto scorso nell'ospedale di Orbetello, dove fu trasportata d'urgenza, poteva essere salvata. Queste le conclusioni cui sono giunti gli ispettori del ministero della Salute. La relazione degli esperti è stata consegnata al pubblico ministero Laura D'Amelio della procura di Grosseto, titolare dell'inchiesta, nella quale sono attualmente coinvolti 9 medici e un radiologo. Tutti accusati di omicidio colposo. La famiglia della giovane ha già annunciato che si costituirà parte civile.

''Quella di Valentina – scrivono gli ispettori – è stata una morte evitabile, quindi prevedibile''. A causarla sarebbe stata ''una serie di imperdonabili superficialità e negligenze commesse dai medici che l'hanno avuta in cura''. Dura la reazione della madre della ragazza, Francesca Col: ''Alla lettura della relazione – ha commentato – siamo rimasti sconvolti. Nostra e figlia non è morta solo per errori medici, che pur ci sono stati, ma perché è stata completamente abbandonata''.

La 17enne, era caduta il 14 agosto precedente mentre si trovava in vacanza con il ragazzo e alcuni amici vicino a Palinuro, nel Cilento. Dopo l'incidente, la giovane si recò nel pronto soccorso di una struttura ospedaliera, dove le fu eseguita una radiografia: trauma all'ottava costola scrissero i medici nella diagnosi. E subito dopo venne dimessa.

Alcuni giorni dopo, Valentina, ancora dolorante a un fianco, raggiunse i genitori che si trovavano in vacanza a Pescia Romana. Fu lì che il dolore al fianco divenne insopportabile e comparse anche la febbre. Tanto che il padre la accompagnò nell'ospedale di Orbetello, dove venne ricoverata. E dove, quattro giorni dopo, morì.

La procura della Repubblica di Grosseto aprì un'inchiesta per omicidio colposo. Sul registro degli indagati vennero iscritti 9 medici, tutti quelli che si sono occupati di lei durante il ricovero, e un radiologo, quello che le aveva eseguito la radiografia e che aveva diagnosticato un semplice trauma all'ottava costola.

Negli stessi giorni, il mistero della Salute dispose un'ispezione, le cui conclusioni, impietose verso la struttura sanitaria, sono state ora consegnate alla procura della Repubblica di Grosseto.

''L'esperienza clinica dell'ospedale era decisamente limitata alla cura di anziani e malati cronici – scrivono gli esperti ministeriali -, con l'eccezione dei periodi estivi in cui le tipologie di pazienti cambiano notevolmente''. Un particolare quest'ultimo che ad avviso degli esperiti ''solleva interrogativi sulla competenza degli operatori in merito alla presa in carico di pazienti giovani''.

Nel rapporto si legge anche che i medici che avevano in cura Valentina non avrebbero rispettato il protocollo standard. In particolare, sottolineano, non è stata compilata ''la prescritta scheda di valutazione del rischio tromboembolico, così come stabilito dalle procedure indicate dalla Regione Toscana''. Se quella scheda fosse stata compilata, a Valentina sarebbe stata somministrata l'apposita profilassi tromboembolica e, probabilmente, sarebbe ancora in vita.





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