ANNO 15 n° 245
La Mini Macchina di Santa Barbara, il trasporto dei bambini che tiene unito il quartiere
Non č solo una tradizione, ma č un gesto condiviso che crea un legame tra generazioni
Giulia
31/08/2025 - 00:24
di Giulia Ortenzi

VITERBO - A Santa Barbara, la Mini Macchina non è solo una tradizione. È un appuntamento, un momento in cui un intero quartiere si ferma, si raccoglie, si affida ai suoi ragazzi. E ogni passo, ogni respiro, ogni sguardo si muove all’unisono.

Si comincia proprio dal piazzale della parrocchia. I costumi, cuciti a mano, vengono consegnati con cura. I bambini li indossano tra emozione e orgoglio, si radunano, si preparano. Poi, uno dietro l’altro, percorrono le vie del quartiere per arrivare alla macchina. La benedizione segna l’inizio. Ma in fondo, quello che conta, è già successo prima: quel legame tra generazioni, tra mani che accompagnano e spalle che imparano.

Giorgio Frisoni, capo facchino della Mini Macchina di Santa Barbara, lo racconta con semplicità: “Ogni anno abbiamo una settantina di ragazzi – racconta – Il nostro è un quartiere grande, anche se non sempre riusciamo ad avere tanti bambini come le altre Mini Macchine. Ma va bene così. Ogni anno è lo stesso: qualcuno torna, qualcuno smette, ma il gruppo c’è sempre”.

Molti di loro sono gli stessi di sempre. Altri sono nuovi. Qualcuno ha 8 anni e porta la macchina per la prima volta. Qualcun altro è quasi alla fine del suo percorso. Ma per tutti, è un’occasione che lascia il segno: “I più piccoli sono quelli su cui puntiamo di più – spiega Frisoni - Sono loro che ci permettono di avere un futuro. A quell’età capiscono, iniziano a sentire cosa significa davvero.”

E non è solo il peso della macchina a contare. È il valore che ci si mette dentro. È scegliere di esserci, anche quando è agosto, anche quando gli amici fanno altro. È stare lì, quelle due ore, con impegno e concentrazione: “A poco a poco – dice Frisoni – anche i bambini lo percepiscono. Capiscono che non è un gioco. Che è una cosa seria. E la vivono con rispetto.”

Quest’anno la Mini Macchina del Pilastro è nuova. Si chiama Rosa Virtutis – la Rosa della Virtù – e per il quartiere rappresenta molto più di un semplice cambiamento. È immagine di bellezza, ed è proprio quella bellezza, viva e concreta, che può salvare il mondo.

Santa Barbara non è nel cuore del centro, ma questo non toglie nulla. “Siamo un quartiere grande – dice Frisoni – e magari a volte sfuggiamo un po’ all’attenzione. Però quello che organizziamo qui è un evento emozionante e alla fine siamo orgogliosi di quello che riusciamo a fare.”

Nel silenzio che precede la partenza, c’è la tensione bella di chi sa che sta per vivere qualcosa che va oltre sé stesso. I bambini stringono i denti, si guardano. Partono. E portano con sé un’intera comunità: “L’augurio che faccio ai ragazzi - conclude Frisoni – è quello di vivere un trasporto sereno. Di farlo con speranza, soprattutto in quest’anno così speciale. E di tenere vivi i valori che questa città, e i suoi quartieri, ancora rappresentano.”

E così, passo dopo passo, la Mini Macchina avanza. Spinta da chi ha il futuro davanti, ma già sa quanto conti avere radici profonde.






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