VITERBO - Oggi al Campidoglio si voterà la mozione in opposizione alla realizzazione del Parco del Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi nella Tuscia. Il voto del consiglio comunale di Roma è un grandissimo fatto.
I partiti, i movimenti del consiglio comunale di Roma hanno capito l'importanza della nostra lotta, non solo per la Tuscia ma anche per la città di Roma. La Capitale ha compreso le nostre ragioni, l'incompatibilità oggettiva fra il nostro territorio e l'ipotesi di 95.000 metri cubi di scorie nucleari. L'estraneità sociale di un progetto come quello del deposito nazionale nucleare e l'ingiustizia storica e sociale che questo progetto rappresenterebbe nei confronti della Tuscia, un territorio a vocazione prevalentemente agricola e che rappresenta sempre di più un'economia agricola basata sulla ricerca, la qualità e l'eccellenza che tutto a che vedere con quello che può essere uno sviluppo sobrio, sostenibile e che nulla a che vedere con lo sviluppo industriale tutto concentrato sul nucleare.
Roma ha quindi capito che mettere alle porte della città, a poche decine di chilometri dalla capitale, questa montagna di scorie nucleari sarebbe un grave danno non solo di immagine, ma anche dal punto di vista del pericolo per gli stessi cittadini. È quindi un elemento di sapienza quello che oggi viene fuori dalla scelta del consiglio comunale, di sostenere, di votare la battaglia che la Tuscia sta facendo contro questa ipotesi scellerata.
Vi è anche la consapevolezza che non è solo la distanza di poche decine di chilometri, ma come molti scienziati, molti geologi hanno dimostrato, vi è una contiguità, una totale promiscuità fra le nostre acque superficiali della Tuscia e le acque che portano direttamente al Tevere. Se si dovesse avere, come è accaduto in Germania, un inquinamento radioattivo, in poche decine di minuti la radioattività raggiungerebbe il centro di Roma. Chi è dietro questa scelta, il consiglio comunale di Roma, adotta una scelta di sapienza, di consapevolezza, non soltanto dunque di solidarietà e di amicizia verso i cittadini della Tuscia.
'Per questo' dichiara Famiano Crucianelli 'noi abbiamo sostenuto da tempo questa scelta e abbiamo dialogato da tempo con i soggetti romani, ed è per questo che si è arrivati a fare un atto di questa importanza, che apre un nuovo orizzonte, perché rompe quell'accerchiamento, rompe quel tentativo di confinare la Tuscia in un angolo per poi, nella disperazione generale, scaricare questa montagna di scorie nucleari'.
I prossimi passi vedranno una mobilitazione di tutti quei comuni che si affacciano sul Tevere. In questo senso, questo potrebbe essere uno dei prossimi appuntamenti al quale impegnarsi tutti insieme per costruire un vero cordone sanitario utilizzando proprio il Tevere come veicolo di questo messaggio e di questa scelta.
'Se noi oggi siamo arrivati a questo risultato, se noi oggi siamo arrivati a salutare l'inizio di un nuovo giorno, questo è stato possibile per la grande unità che la Tuscia ha realizzato innanzitutto al suo interno' prosegue Famiano Crucianelli'. Hanno provato a dividerci in tutti i modi, hanno sparso 21 siti in tutti e quattro gli angoli del nostro territorio, sperando che ci dividessimo l'uno con l'altro e che combattessimo l'uno contro l'altro. Noi abbiamo capovolto le loro idee e i loro paradigmi.
L'unità è stato il pesce pilota che ha tenuto insieme il nostro territorio, che ha tenuto insieme il movimento, le istituzioni, la politica e che oggi ci ha portato a questo risultato. L'unità è la bandiera che potrà chiudere positivamente questa storia.