ANNO 15 n° 142
La chiesa di Viterbo piange Don Franco Magalotti
Il sacerdote viterbese si č spento il 22 maggio
22/05/2025 - 15:57

VITERBO - Oggi, 22 Maggio, Don Franco Magalotti è entrato nella casa del Padre.

Alla notizia della morte di don Franco il pensiero è corso immediatamente al Sl 126 che, nel descrivere il ritorno degli esiliati del popolo di Israele in patria, dice che la loro bocca si aprì al sorriso e la loro lingua si sciolse in canti di gioia. Immaginiamo sia stato così anche per don Franco, ora che è giunto nella patria del cielo dopo questo esilio terreno. Per tutta la vita la sua bocca si è aperta al sorriso, un sorriso che rimarrà impresso nei nostri cuori, come segno di una vita sacerdotale felice e di una umanità pienamente realizzata.

Don Franco è nato a Valentano il 20 Settembre del 1942 ed è stato ordinato sacerdote il 20 Luglio 1966, dopo gli studi al Seminario Barbarigo a Montefiascone e al Seminario Regionale a La Quercia.

Ha iniziato il suo ministero con l’entusiasmo che veniva dal Concilio Vaticano II appena terminato e che aveva messo nel cuore di tutti il desiderio di trovare vie nuove per l’annuncio del Vangelo.

Da qui la sua esperienza giovanile di “prete operaio”, che ha forgiato la sua persona e il suo ministero, rendendolo sensibile e attento al mondo del lavoro e alle tematiche della giustizia sociale.

La conoscenza e l’amicizia con Carlo Carretto hanno ispirato la vita di don Franci e il suo ministero sacerdotale, che ha svolto con generosità nei diversi incarichi che gli sono stati affidati a Capodimonte, a Grotte di Castro, a Villa Fontane, al Santuario del Crocifisso di Castro e, dal 2012, a Farnese, anche come Cappellano delle Monache Clarisse.

Significativa – dopo aver concluso il suo servizio come Parroco a Capodimonte nel 2008 - è la sua esperienza di vita eremitica, fatta di preghiera e lavoro, all’ “Eremo San Francesco” a Valentano, punto di riferimento per tanti che, nel silenzio e nella semplicità, hanno potuto tornare all’essenziale della fede nell’incontro con Dio.

Ora per Don Franco questo incontro si è compiuto in modo definitivo e a Dio lo affidiamo perché gli apra le porte del Paradiso.

Scriveva Carlo Carretto: “Il Paradiso ha per me un significato se vado ad abitare con mio padre non con un essere che non conosco, che non conoscerò mai e che ha i gusti diversi dai miei, una lingua incomprensibile, un volto invisibile”.

Nei suoi 59 anni di vita sacerdotale, a don Franco il volto di Dio è diventato familiare e la sua lingua ben conosciuta, e ora che per sempre è andato ad “abitare con suo padre”, continui da lì a pregare per questa nostra Chiesa, che cammina nella luce del Cristo Risorto, nostra unica speranza.

Don Luigi Fabbri

Vicario Generale






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