VITERBO - Le strofe evocano l’emozione e la bellezza della notte del 3 settembre, quando la Macchina innalza la statua della santa nel cielo di Viterbo, e la città la osserva con stupore e devozione.
Questo inno non è solo una melodia, ma un elemento identitario che unisce in cuore e spirito i facchini e l’intera comunità viterbese. Ad accompagnare il coro è la banda musicale di Vejano.
“La fede della Santa
racchiude una città.
La gente che ci crede
la viene qui a guardar.
E insieme a tanti altri
l'applaude e canterà…
Tutti quanti stasera vedrete
una festa di tanta importanza
ogni anno, una sera a settembre, una Rosa si porta a girar.
Nella notte nel Cielo s’innalza
e la gente la guarda stupita.
Sembra proprio volare sui tetti lassù
fra le stelle e gli angeli blu.
Cento uomin le fanno la corte,
la più bella di tutta la festa
trenta metri d’altezza e lei in testa
accarezza con le ali la città.
Poi si gira più volte alla folla
che con lacrime agli occhi la chiama,
sembra proprio volare sui tetti lassù,
fra le stelle e gli angeli blu.
La fede nella Santa
racchiude una città,
la gente che ci crede
la viene qui a guardar
e insieme a tanti altri
l’applaude e canterà.
Dopo giri e fermate di corsa,
lei arriva alla Sua Santa casa
proprio lì sui gradini si posa
e saluta la folla da lassù.
Tutti quanti la voglion guardare
per poter poi un giorno affermare
che la Rosa che brilla nel Cielo lassù
ti protegge con gli angeli blu”.