ANNO 15 n° 200
L’azienda Orsolini festeggia 140 anni: ''Traguardo raggiunto con amore e passione''
Dal fondatore Pacifico fino alla quinta generazione l’attività ha attraversato tre secoli e tanti periodi bui, l’ultimo il lockdown: Rino Orsolini: ''Realizzare per il cliente la casa dei suoi sogni è una missione, ma senza i nostri dipendenti non saremmo nulla''
02/10/2020 - 11:01

 

VIGNANELLO - Thomas Edison brevettava la lampada a incandescenza, Papa Leone XIII pubblicava l’enciclica “Grande Munus” e Giovanni Verga scriveva “Vita dei campi”. In Sudafrica scoppiava la guerra anglo-boera e in Svezia nasceva l’inventore della cerniera lampo, iniziava la costruzione del canale di Panama ed Herbert Laword vinceva il torneo di Wimbledon. Era il 1880, lo stesso anno in cui Pacifico Orsolini apriva a Vignanello un negozio di commercio di materiali edili destinato a fare la storia, anzi, la “cultura della casa”. Quella piccola bottega infatti ha attraversato tre secoli tra epidemie, guerre, grandi scoperte, rivoluzioni e cadute di regimi e muri. E’ diventata grande, è cresciuta, si è sviluppata e oggi è un’azienda conosciuta in Italia e nel mondo, la Orsolini Spa. Un’azienda che aiuta il cliente a costruire la casa dei suoi sogni occupandosi di ogni aspetto: dalla ideazione alle finiture, dalla distribuzione dei migliori materiali per edilizia e per interni alla consegna a domicilio, dalla consulenza all’assistenza post-vendita. Lunedì 5 ottobre la Orsolini festeggerà i 140 anni di vita. Un traguardo che ha dell’incredibile, di cui ci parla Rino Orsolini, socio rilevante dell’azienda di famiglia e responsabile del settore commerciale, in un’intervista tra passato, presente e futuro.

Signor Orsolini, il 5 ottobre la vostra azienda festeggerà 140 anni. Come ci siete riusciti?

“Grazie all’amore e alla passione per un lavoro che abbiamo tramandato di generazione in generazione. Oggi siamo alla quinta, dal fondatore, il bisnonno Pacifico a nonno Amedeo, per continuare con papà Giotto, fino a noi. Io e i miei fratelli e poi ci sono i nostri figli e nipoti”.

L’esempio da seguire resta sempre lui, il bisnonno Pacifico, il “pioniere” che diede inizio ad un sogno…

“Personaggio unico, a Vignanello lo conoscevano tutti e tutti lo rispettavano. Consegnava la merce con il carretto, l’auto infatti sarebbe arrivata soltanto qualche anno dopo. Era un lavoratore instancabile. Pensi che il suo epitaffio recita “Uomo di onestà indissolubile e dedito a larghi commerci”. Quando fondò l’attività, 140 anni fa, era già avanti anni luce. Una figura che l’azienda Orsolini festeggia ogni anno, il 23 dicembre. Ci raduniamo tutti insieme, la mattina andiamo a messa e la sera festeggiamo in discoteca”.

Cosa rappresenta la provincia di Viterbo per l’azienda Orsolini?

“E’ la nostra terra, quella da cui siamo partiti, dalla sede centrale di Centignano fino a conquistare il mercato nazionale ed internazionale. Siamo vincolati alla Tuscia. E’ grande motivo di orgoglio, attraverso la nostra azienda, portare in giro per il mondo questo territorio. Molto spesso nelle riunioni che faccio dico che sono etrusco e me ne vanto, d’altra parte sono le mie radici”.

E da Centignano, nel corso degli anni, ne avete fatta di strada…

“Sì, i numeri non mentono mai. Oggi abbiamo 30 punti vendita in tutta Italia tra Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo e anche a Milano. Di recente abbiamo inaugurato uno show room a Roma, in zona Eur, di 2.000 metri quadri. Abbiamo 350 dipendenti, 36 agenti monomandatari e la responsabilità sociale di circa 1.000 famiglie. Una responsabilità grande, e proprio per questo abbiamo una visione del futuro che ci consente di stare sempre al passo con i tempi”.

Nel 2020, anno funesto per via del covid che ha messo in ginocchio l’economia, state facendo la vostra parte.

“Il covid per le imprese è stato un autentico fulmine a ciel sereno, che ha portato in cinque mesi quello che sul mercato sarebbe dovuto accadere in cinque anni, da qui al 2025. Sono cambiati i mezzi di comunicazione, le nostre abitudini, il metodo di comprare. E’ cambiato tutto, e il modo migliore per non perdere colpi è quello di adeguarsi al cambiamento. Come diceva Charles Darwin ‘Non è la specie più forte e più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento’. Dobbiamo adattarci al cambiamento, e dobbiamo farlo in fretta. Un grande manager come Sergio Marchionne lo aveva già previsto cinque anni fa, quando diceva che ‘La rivoluzione tecnologica cambierà il settore, in quel caso delle auto, dalle fondamenta e chi non si adatta è destinato a morire insieme al motore a scoppio’”.

Come avete reagito al contraccolpo causato dalla pandemia mondiale?

“Abbiamo resistito, aperto nuovi punti vendita e in un anno così difficile abbiamo avviato una campagna pubblicitaria mai vista, proprio per celebrare alla grande i nostri 140 anni di vita. Abbiamo affrontato le difficoltà e ci siamo messi sotto ancora di più. Ma tutto questo si può fare solo con il cuore pulsante della Orsolini, che sono i nostri dipendenti. Nonostante la crisi non abbiamo licenziato nessuno, abbiamo utilizzato due mesi di cassa integrazione e adesso stiamo anche assumendo. Non è stato facile, quando l’11 marzo siamo stati costretti a chiudere tutte le sale esposizioni il tunnel sembrava senza fine. Per questo devo ringraziare tutti i ragazzi che sono rimasti in prima linea al lavoro nonostante il coronavirus. Ora che il peggio è passato ci siamo rimessi in piedi, stiamo progettando nuove aperture e cambiamenti a 360 gradi, con l’obiettivo di essere sempre più vicini ai nostri clienti, ai privati, alle imprese, ai termotecnici con l’ausilio di tutti i professionisti del settore, ingegneri, architetti e non solo”.

Una prova di grande coraggio anche se le difficoltà per le imprese, spesso causate anche da un’ottica distorta della classe politica, non mancano di certo.

“La politica negli ultimi anni sta solo creando confusione. Chi governa non aiuta gli imprenditori. Prendiamo la recente partita dei bonus per l’edilizia, ecobonus, superbonus, sismabonus e chi più ne ha più ne metta. Sicuramente non è stata giocata nel migliore dei modi dalla politica. C’è tanta confusione, ed è proprio per questa ragione che siamo intervenuti, per non farci trovare impreparati, allestendo un ufficio commerciale e uno di ingegneri dove i nostri clienti possono ottenere tutte le informazioni necessarie. Ai politici dico soltanto una cosa, ‘fateci lavorare’, anzi, ‘lasciateci lavorare’. Io imprenditore vorrei sempre vedere un governo che mi stia accanto, che mi aiuti, perché imprese come la Orsolini sono trainanti per tutta l’economia. L’edilizia è un settore fondamentale del Paese, nei tempi pre-crisi rappresentava il 35% del Pil e sono sicuro che se tutto il sistema si rimette in moto in maniera adeguata il 2021, 2022 e 2023 potrebbero essere anni di sviluppo e crescita intensi”.

Nella foto: Amedeo e Rino Orsolini 

 

Torniamo alla Orsolini, qual è il traguardo raggiunto dalla vostra azienda che la rende più orgoglioso?

“Essere riusciti a completare il passaggio generazionale dell’attività di famiglia. Avere qui a fianco fratelli, figli e nipoti impegnati nel lavoro dalla mattina alla sera è la cosa che mi riempie maggiormente il cuore di gioia. Sono felice perché mi rendo conto che abbiamo avuto la capacità di trasferire certi valori fondamentali, come l’onestà e la chiarezza, sia ai nostri dipendenti che alla nostra clientela. Noi da sempre parliamo in modo chiaro, aiutiamo i clienti a realizzare la casa dei loro sogni, quello che ci chiedono e che è possibile realizzare e in questo passaggio gli siamo sempre accanto”.

Che ricordi ha del Rino Orsolini che, come i suoi nipoti oggi, una cinquantina di anni fa si avvicinò per la prima volta all’attività di famiglia?

“Tanti ricordi, aneddoti splendidi e anche attimi di grande paura, come quella volta che uscendo dalla sede centrale ho rischiato davvero grosso. Avevo 10 anni e stavo già in mezzo ai forati. Facevo la mia parte, aiutavo a scaricare il legname, una tavola alla volta e un giorno, uscendo dal magazzino, fui investito da un ragazzo sulla vespa. Ero ricoperto di sangue ma me la cavai. Quel giorno lì imparai a conoscere e ad affrontare la paura. Una capacità di reagire che qualche anno più tardi, quando ne avevo 19, mi portai dietro ritrovandomi da solo in azienda a dirigere il personale, a svolgere commissioni, a ordinare materiale. Quella paura mi ha fortificato e mi ha permesso di sviluppare la personalità dell’imprenditore, il modo di pensare, di parlare, di agire”.

Quali sono le ultime novità che avete in serbo per i vostri clienti?

“Orsolini da sempre crea la casa dei sogni in ogni minimo particolare, diciamo che la nostra è una missione: arredamento, bagni, cucine, pavimenti, rivestimenti, porte finestre, materiale per l’edilizia e la termoidraulica, c’è di tutto. Dalle fondamenta di una casa al rubinetto d’oro, tanto per intenderci. Rappresentiamo per ciascun cliente l’unico interlocutore necessario per realizzare i propri sogni. Siamo vicini al cliente, capiamo le sue esigenze e cavalchiamo quello che ci permette di fare attraverso assistenza, disegni, rendering e montaggi: insomma, di tutto di più. E per celebrare i nostri 140 anni abbiamo avviato una nuova campagna promozionale. Così per i privati, oltre agli sconti tradizionali, abbiamo introdotto 500 euro di buono spesa per ordini superiori a 5mila euro. Alle imprese che vengono da noi invece regaliamo un paio di scarpe da cantiere. Non devono comprare, si prendono il coupon e noi gli consegniamo le scarpe”.

Un altro vostro punto punto di forza è il marketing.

“Sì, diciamo che la famiglia Orsolini ce l’ha nel dna. Mio nonno Amedeo negli anni ’50 distribuiva a tutti i suoi clienti cartoline di saluti in cui descriveva i prodotti che aveva a disposizione a quei tempi specificando la frase “a prezzi convenientissimi”’.

La vostra azienda è ormai conosciuta non solo in Italia ma in tutto il mondo. Come avete sviluppato l’export negli ultimi anni?

“Ci abbiamo sempre puntato e continuiamo a farlo con grande convinzione. Abbiamo showroom in franchising ad Accra, in Ghana, a Berges du Lac, in Tunisia, e a Gozo, a Malta. Stiamo esportando a Minsk, in Bielorussia, abbiamo realizzato villaggi in Costarica e ville in Corsica, a Porto Vecchio. Lavoriamo costantemente in Costa Azzurra e anche nei paesi arabi, dove abbiamo diversi architetti che collaborano con noi”.

In conclusione, vuole lanciare un messaggio per i vostri 140 anni?

“Voglio ribadire ancora una volta che l’azienda Orsolini senza i suoi dipendenti sarebbe il nulla, e per questo ci tengo a ringraziarli, a nome di tutta la famiglia, perché ci sono stati vicini in quei duri mesi del lockdown in cui non si vedeva la luce, tra Dpcm a ripetizione, codici Ateco, chiusure immediate e speranze di riaprire quanto prima. Sono stati mesi difficili che ci hanno messo a dura prova, ma quel che più conta è che noi siamo ancora qua, sempre in piedi, da 140 anni, a dedicare anima e corpo a questa attività. E’ una grande gioia”. E anche il bisnonno Pacifico, da lassù, sorride compiaciuto.

www.orsolini.it

 

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