ORTE - I Comitati Pendolari di Umbria, Lazio e Toscana denunciano il rischio concreto di isolamento ferroviario per il Centro Italia causato dalla Delibera ART n. 178/2024, che dal 1° gennaio 2026 escluderà i treni regionali con velocità inferiore a 200 km/h dalla linea Direttissima Roma–Firenze, costringendoli a utilizzare la linea lenta con gravi ripercussioni su tempi di viaggio, puntualità e qualità del servizio.
Mobilitazione diffusa e coordinata
Negli ultimi mesi si è sviluppato un fronte civico-istituzionale trasversale, che ha visto:
• 27 giugno, Foligno: incontro pubblico promosso dall’On. Emma Pavanelli (M5S), con annuncio di interrogazione parlamentare urgente al Ministro Salvini;
• 28 giugno, Orvieto: confronto promosso dal Sindaco con pendolari e istituzioni;
• 1° luglio: sindaci umbri, laziali e toscani hanno simbolicamente viaggiato sulla linea lenta per denunciare l’isolamento ferroviario e consegnare le proprie istanze a RFI;
• 9 luglio, Roma: evento invito dei pendolari ai rappresentati istituzionali a viaggiare insieme da Roma Tiburtina a Orte/Viterbo;
• 17 luglio, Viterbo: consiglio provinciale straordinario con la partecipazione attiva dei comitati pendolari;
• 21 luglio, Viterbo: consiglio comunale straordinario con la partecipazione attiva dei comitati pendolari;
• 21–22 luglio, Terni: evento “LINEA LENTA” con partecipazione di istituzioni, imprenditori, comitati e cittadini, che ha sottolineato l’impatto economico e sociale della crisi ferroviaria;
• 22 luglio, Terni: incontro istituzionale con l’Assessore ai Trasporti e nota ufficiale del Sindaco Bandecchi a Trenitalia, per sollecitare risposte e garanzie.
Stefano Bandecchi, Presidente della Provincia di Terni, ha inoltre richiesto al MIT, ART, Presidenza del Consiglio e Corte dei Conti un incontro urgente per evitare “conseguenze catastrofiche” e la perdita di oltre 50 milioni di euro investiti dalla Regione Umbria per nuovi treni compatibili con la Direttissima.
Situazione attuale: nessuna garanzia concreta
Alla data del 24 luglio u.s., Ferrovie.info riporta una nota ufficiale dell’ART che conferma interlocuzioni in corso con RFI, Trenitalia e Regioni per valutare soluzioni temporanee e possibili deroghe parziali alla delibera. Tuttavia, ad oggi non esistono decisioni formali né garanzie concrete per i pendolari.
Ribadiamo con forza: senza un intervento politico immediato e vincolante, dal 1° gennaio 2026 migliaia di pendolari saranno condannati a un servizio ferroviario più lento, meno frequente e inaffidabile, con pesanti ricadute sociali, economiche ed ecologiche sull’intero Centro Italia.
Disagi concreti nella vita quotidiana dei pendolari
Com’è evidente, la gravità della situazione si traduce in disagi tangibili per chi ogni giorno utilizza il servizio ferroviario. Tutta questa problematica si innesta in una situazione già critica che vede sovraffollamento dei treni, convogli sporchi, senza riscaldamento in inverno e con guasti all’aria condizionata in piena estate, continui ritardi ed instradamenti dei Regionali Veloci sulla linea convenzionale lenta. I pendolari lamentano l’incertezza dell’orario e durata del viaggio su Roma che impedisce loro di poter svolgere l’orario lavorativo previsto da contratto e l’obbligo di ricorrere a continui permessi, per non parlare delle ripercussioni sulla gestione familiare.
A tutto questo caos si aggiunge un’ulteriore criticità imminente per i pendolari umbri e laziali:
- i lavori programmati sulla linea ferroviaria Terni–Roma, previsti dall’11 agosto al 6 settembre 2025, comporteranno la sospensione del servizio treni in questo periodo, senza al momento alcuna informazione concreta e previsione di servizi alternativi, come autobus sostitutivi.
Dal sito Trenitalia, infatti, risultano bloccate tutte le soluzioni di viaggio in quel periodo, fatta eccezione per qualche Intercity in orari disperati. Questa situazione rischia di paralizzare ulteriormente la mobilità di lavoratori e studenti, aggravando una situazione già critica.
- Sulla tratta ferroviaria Orte-Attigliano-Viterbo dallo scorso 1° luglio e fino al 31 agosto p.v. sono in corso lavori straordinari di potenziamento infrastrutturale che non consentono l’utilizzo della linea, per cui i viaggiatori sono costretti ad utilizzare servizi sostitutivi con bus, con aggravio della tempistica di viaggio e disservizi legati al cambio del mezzo di locomozione.
Le richieste urgenti
I Comitati chiedono:
• Informazioni chiare e misure di mitigazione per i collegamenti su Roma dall’11 agosto al 6 settembre 2025
• Sospensione immediata della delibera ART fino all’arrivo dei nuovi treni;
• Tutela degli investimenti pubblici già effettuati;
• Apertura di un tavolo tecnico-politico permanente con Governo, Regioni, ART, RFI e Trenitalia;
• Soluzioni transitorie che garantiscano il diritto alla mobilità, anche tramite deroghe temporanee.
Il Comitato Pendolari Orte e Il Comitato Pendolari Teverina dichiarano che “il trasporto regionale è fondamentale per la coesione territoriale, non un ostacolo all’alta velocità. Serve una risposta politica concreta e tempestiva. Servono risposte politiche ora, prima che la crisi esploda nel 2026!”