VITERBO - Una Toyota Aygo rossa, un colpo improvviso mentre camminava lungo la strada, poi la fuga. È finita così, lo scorso 23 marzo, la mattinata di una ragazzina di 12 anni, colpita al gomito da uno specchietto retrovisore e scaraventata a terra proprio davanti alla scuola media Pietro Egidi, nel quartiere Ellera di Viterbo.
Per quell’episodio, una donna di 44 anni, di origine albanese, dovrà affrontare un processo con l’accusa di lesioni stradali e omissione di soccorso.
La giovane studentessa, soccorsa rapidamente da un’ambulanza e portata all’ospedale Santa Rosa, ha riportato una contusione al braccio e al gomito destro. I medici le hanno prescritto cinque giorni di prognosi. Le ferite non gravi, certo, ma il comportamento della conducente ha aggravato la sua posizione agli occhi della legge: dopo l’impatto, infatti, si sarebbe allontanata senza prestare aiuto.
L’identificazione dell’automobilista non è avvenuta subito. Il padre della minore, un uomo di 52 anni residente nei pressi del luogo dell’incidente, ha denunciato il fatto il giorno seguente contro ignoti. Solo successivamente, il 6 giugno, è stata presentata una querela dopo che gli agenti della polizia locale, attraverso l’analisi dei frammenti dello specchietto rimasti sull’asfalto, sono riusciti a risalire al veicolo e alla sua proprietaria.
Giovedì si è svolta l’udienza predibattimentale dinanzi al giudice Giovanna Camillo. La procura, con la pm Paola Conti, ha proceduto con la citazione diretta a giudizio. Il processo vero e proprio si terrà dinanzi alla giudice Daniela Rispoli, con la prima udienza prevista per l’inizio dell’autunno.
Il padre della minore, costituitosi parte civile, è rappresentato dall’avvocato Giuseppe Picchiarelli, che ha richiesto la citazione dell’assicurazione come responsabile civile. La difesa dell’imputata, invece, è affidata all’avvocata Lucia Schifitto.