ANNO 14 n° 111
Insubordinazione con ingiuria aggravata: assolto militare viterbese
La Cassazione ha riconosciuto la ''tenuitą del fatto''
03/10/2022 - 11:56

di Andrea Stefano Marini Balestra

VITERBO - Una strana assoluzione per tenuità del fatto. E’ quella, in applicazione dell’art.131 bis del codice penale, che ha definito in Cassazione un processo a carico di un militare già condannato nei precedenti gradi di giudizio per “insubordinazione con ingiuria pluriaggravata e continuata” nei confronti di un superiore gerarchico.

Era infatti accaduto che un militare viterbese fosse stato a suo tempo rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica militare perché in alcune missive aveva definito un suo superiore (colonnello): “comandante-padrone”.

I fatti avvennero sulle rive del Lago di Garda dove il militare era stato comandato e si riferivano ad una questione di alloggio nella base logistica di Riva del Garda in quanto, tra un colonnello ed un militare di grado inferiore non ci era capiti circa le spese di questo ultimo per un alloggio esterno atteso che l’alloggio di servizio, cui aveva diritto, non era disponibile. Lo scambio di lettere tra il prevenuto ed il suo superiore avevano avuto però in un tratto carattere di responsabilità penale, quindi il processo.

Approdata in Cassazione, la vicenda si è risolta con una dichiarazione di non punibilità per “tenuità del fatto”, cioè, riconosciuta la penale responsabilità per il reato di insubordinazione con ingiuria, perché l’uso di tono arrogante, che nel diritto comune non assume rilevanza, lo è invece in ambito militare in quanto contrario al principio ed alle esigenze della disciplina militare, costituisce reato nel codice penale militare in tempo di pace.

Responsabilità penale, si, ma tenue che giustifica la non punibilità ex la recente novella del Codice penale.






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