ANNO 14 n° 118
Individuata la tomba di Alessandro IV?
Scoperte numerose cripte e sepolture nel sottosuolo di piazza San Lorenzo
13/06/2013 - 00:00

VITERBO – Il giallo della scomparsa della tomba di papa Alessandro IV (1199–1261), al secolo Rinaldo di Jenne, nato nel 1199 a Sessa Aurunca (Caserta) e morto a Viterbo il 25 maggio 1261, dal 1254, 181° papa della Chiesa Cattolica, potrebbe avviarsi a soluzione. Una complessa indagine geofisica ha infatti svelato la presenza di una serie di cripte, tombe e cunicoli sotto il palazzo dei papi, la piazza antistante e la cattedrale di san Lorenzo. E proprio in quell'area, secondo alcune labili testimonianze, sarebbe stato sepolto Alessandro IV. Non è quindi escluso che i suoi resti si trovino da qualche parte in quel dedalo sotterraneo e inesplorato, di cui nessuno aveva più memoria. Questi i primi risultati del progetto di ricerca internazionale sulla della tomba di Alessandro IV.

I ricercatori, in particolare, annettono una particolare importanza a una cripta con due tombe localizzate proprio al centro della piazza. ''Potrebbero essere proprio quella del papa e di suo nipote, anche lui, secondo i documenti, sepolto a Viterbo'' spiega l'archeologo spagnolo Alberto Pichardo, ricercatore dell'Università di Siviglia, studioso di storia viterbese e curatore del progetto svolto in collaborazione con vari atenei: Tuscia, Palermo, Roma-La Sapienza e altri americani e tedeschi. Una novantina di persone in tutto.

''Stiamo studiando 80 bolle papali - spiega Picardo - e 800 pergamene. Il primo documento è una bolla di Papa Urbano IV che risale a tre mesi dopo la morte di Alessandro IV, la quale testimonia il pontefice fu sepolto sotto il duomo con grandi onori. Un'altra prova è riportata in un libro dei vescovi del 1500, secondo il quale il pontefice fu seppellito in San Lorenzo, sotto l'abside sinistro, dove sono custodite le reliquie e l'olio santo''.

L'ultimo a cercare la tomba, secondo i documenti, fu un camerlengo ben 114 anni fa. Da allora non è stato effettuato più alcuno scavo. Eppure grazie ad Alessandro IV Viterbo viene chiamata città dei papi. Fu lui infatti il primo a trasferire la sede pontificia da Roma a Viterbo nel 1257. Un evento di portata storica che, tra l'altro, portò alla costruzione del celebre palazzo dei papi, divenuto il simbolo della città. E per oltre un ventennio rese la città ricca, potente e riverita. Soprattutto, la Viterbo deve ad Alessandro IV la tradizione del trasporto della Macchina di santa Rosa, che trae origine dalla traslazione del corpo della santa dal cimitero di Santa Maria in Poggio alla basilica che oggi porta il suo nome, disposto dal pontefice.

''La cripta con le due tombe – aggiunge Picardo – si raggiunge attraverso un cunicolo che parte da sotto la cattedrale. Ma li sotto, sappiamo per certo, è seppellita anche Letizia Bonaparte, nipote di Napoleone. Nei pressi di alcune tombe abbiamo scoperto anche la presenza di un muro di un tempio d’epoca etrusco-romana. Ma è tutta l'area – sottolinea – ad essere disseminata di cripte e tombe inesplorate''.

L’eccezionale scoperta archeologica, che rimane tale a prescindere dal ritrovamento della tomba di Alessandro IV, è stata compiuta grazie alle 18 tecniche geofisiche con cui si sta sondando il terreno dentro e fuori il duomo e il palazzo papale. Ora, però, tutto rischia di bloccarsi per mancanza di fondi. I ricercatori, con i mezzi a disposizione potranno eseguire dei fori nei cui inserire dei piccoli robot muniti di telecamere per una prima sommaria esplorazione. Ma per gli scavi veri e propri non c’è un centesimo a disposizione. Servirebbero circa 100mila euro. E trovarli non sarà facile. Del resto, Viterbo non ha dedicato ad Alessandro IV nemmeno una strada. E non l’ha dedicata nemmeno a Raniero Gatti, colui che costruì palazzo dei papi. Quando si dice la riconoscenza.





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