VITERBO - A Viterbo il Pride è diventato, negli ultimi anni, un appuntamento atteso e importante. Un momento di visibilità e rivendicazione, ma anche di gioia collettiva. Perché il Pride non è solo una parata: è il racconto di chi siamo, la memoria delle lotte che ci hanno preceduto, il progetto politico e culturale di una comunità viva.
Anché questo momento conservi la sua forza trasformativa, è fondamentale che nasca da un processo realmente condiviso, trasparente e accessibile. Negli ultimi anni abbiamo percepito una crescente distanza tra il signicato profondo del Pride e alcune modalità organizzative che, pur dichiarandosi inclusive, non sempre hanno favorito un coinvolgimento ampio e reale delle realtà del territorio.
Come associazione, abbiamo più volte manifestato la volontà di collaborare. Abbiamo proposto incontri, oerto idee e risorse, nella convinzione che un Pride si costruisca insieme. Spesso, però, ci siamo scontratə con risposte tardive, spazi già predeniti, e percorsi poco chiari.
Per queste ragioni, e con spirito di collaborazione, ribadiamo ancora oggi una proposta: la costituzione di un Coordinamento Territoriale permanente per il Pride a Viterbo. Un luogo aperto e democratico, dove tutte le realtà impegnate per i diritti LGBTQIA+ possano incontrarsi, confrontarsi e costruire insieme una manifestazione partecipata, plurale, trasparente. Un Pride:
● con un manifesto politico condiviso, elaborato con adeguato anticipo;
● organizzato con criteri di trasparenza e accessibilità, anche economica;
● accompagnato da iniziative culturali, educative e sociali sul territorio;
● realmente accessibile a tutte le persone;
● orientato al benessere, alla dignità e alla visibilità delle soggettività LGBTQIA+;
● sostenuto da una gestione economica tracciabile, con bilanci pubblici, sponsor dichiarati e fondi raccolti in modo trasparente.
Crediamo che Viterbo meriti un Pride all’altezza della sua comunità: più aperto, più forte, più vero. E pensiamo che questo percorso possa nascere solo da un confronto reale, capace di andare oltre le singole sigle, con l’obiettivo di costruire un progetto collettivo che duri nel tempo.
Sappiamo, per esperienza, quanto possa essere dicile lavorare insieme in modo orizzontale, ma sappiamo anche quanto sia necessario. Il Pride non può essere il risultato di decisioni già prese, ma un processo che si apre, si discute, si costruisce con rispetto reciproco.
Non ci interessa alimentare polemiche, né stilare elenchi di mancanze. Ma non possiamo più ignorare il bisogno di un cambiamento di metodo.
Il Coordinamento che proponiamo è un invito: a incontrarci, a costruire ducia, a mettere in comune visioni e risorse per fare del Pride non solo un evento annuale, ma una responsabilità condivisa, continuativa e trasparente.