ANNO 14 n° 119
I vini della Borgogna battono nuovi record di esportazione
19/10/2023 - 10:37

I viticoltori borgognoni si fregano le mani. L’entusiasmo dei consumatori di tutto il mondo per i loro vini continua senza sosta. Nel 2022 sono state spedite in giro per il pianeta ben 92 milioni di bottiglie di vino della Borgogna per un fatturato record di 1,5 miliardi di euro.

'Le cifre delle esportazioni sono in costante aumento', si rallegra Christian Vanier, direttore generale dell'Ufficio interprofessionale del vino della Borgogna (BIVB). Questo successo è dovuto soprattutto alla valorizzazione delle etichette, ma non solo. Certo, i prezzi delle bottiglie aumentano a causa dell'inflazione, ma a questo si somma anche la rarità del prodotto. Allora come aumentare la produzione e soddisfare tutti? Da più di vent'anni, la produzione di questa regione vinicola della Francia orientale è praticamente costante. Ogni anno vengono prodotti in media 1,4 milioni di ettolitri di vino. Si tratta di una quantità piuttosto limitata rispetto alla regione di Bordeaux che ne produce tre volte di più.

La metà della produzione della Borgogna viene consumata fuori dalla Francia. Gli americani, gli inglesi, i canadesi, i giapponesi e perfino i belgi adorano questo vino. Anche in Italia i vini della Borgogna stanno diventando sempre più popolari, dato che gli appassionati nostrani sono alla costante ricerca di vini di grande qualità ed esclusivi. I vini della Borgogna in Italia vengono commercializzati da Svino, enoteca specializzata che, con le sue oltre 500 etichette, si è convertita in punto di riferimento per appassionati e collezionisti.

L’aumento della produzione di vino in Borgogna è reso complicato da diversi fattori, in primis il clima della regione. Spesso la vendemmia si riduce a causa delle gelate primaverili o di altri eventi atmosferici come le violente grandinate. Ciò provoca che i vini comincino a scarseggiare e gli acquirenti diventano impazienti. Così è stato nel 2021, una delle peggiori vendemmie mai conosciute in Borgogna. Fortunatamente, nel 2022 si è registrata la vendemmia più grande dopo quella del 2018 (1,74 milioni di ettolitri di vino prodotti). In attesa di conoscere i dati della vendemmia 2023, iniziata nelle scorse settimane, i professionisti del settore possono prendere fiato, ma restano vigili, perché le sfide sono enormi.

Come ovunque, anche la Borgogna è colpita dal riscaldamento globale. L’aumento delle temperature, il gelo e altri disastri climatici hanno ripercussioni sulla fluttuazione dei raccolti dei viticoltori locali. Gli ultimi anni sono stati davvero pieni di alti e bassi. Il germogliamento, questa fase primordiale in cui inizia il ciclo vegetativo, avviene sempre prima. In caso di gelo la vite viene distrutta. Questo è quello che è successo in particolare nel 2016, 2017 e 2021. La siccità pone un altro problema molto importante, soprattutto perché è diventa ricorrente. All’interno dell’associazione interprofessionale dei vignaioli di Borgogna è stata messa in atto una vera e propria strategia di adattamento dei vigneti ai cambiamenti climatici. Da cinque anni il BIVB conduce ricerche sui metodi di adattamento della vite all'aumento delle temperature. In particolare si stanno studiando nuovi portinnesti.

Inoltre, si stanno esplorando e riscoprendo vitigni antichi o addirittura talvolta dimenticati: più tardivi o precoci, resistenti alla siccità, tolleranti alle alte temperature, che producono meno zucchero e più acidità, ma che sono stati scartati nel corso della storia perché giudicati meno produttivi o meno qualitativi. Ovviamente, Chardonnay e Pinot Noir rimarranno i due vitigni re della Borgogna, ma altri vitigni potrebbero affiancarli: uve poco conosciute come lo Chardonnay rosa, il Sacy, il melone di Borgogna, il Savagnin, il Pinot Liebault o il Trousseau potrebbero in futuro aggiungersi alla collezione di vini della regione.

Produrre vini aromatici, leggeri, eleganti che mantengano la freschezza a lungo è l'obiettivo dei viticoltori della Borgogna e questi vini hanno portato la regione ad essere una delle più famose a livello mondiale, con prezzi a volte stellari. Basti pensare che il vino più caro al mondo è proprio della Borgogna, un Romanée Conti del Domaine de la Romanée-Conti venduto all’asta a 357.000 euro. Ma la grande varietà di cantine ed etichette di vini della regione si adatta a tutti i portafogli, per cui tutti hanno la possibilità di degustare uno di questi gioielli almeno una volta nella vita.






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