

VITERBO - Si tratta di Francesco Mongelli, elemento fondamentale nell’equipaggio di Luna Rossa. Lui romano come sua moglie, Francesca Olivi, apprezzata autrice, registra ed attrice di teatro, hanno scelto da molti anni vivere nella nostra Città
Francesco, sin da ragazzo (ora ha 47 anni) ha dimostrato non solo una personalità solida, precisa ed attenta, ma soprattutto essere un sommo uomo di mare e velista.
Famiglie come quella di Francesco Mongelli sono un arricchimento della nostra società, certamente un esempio da seguire. Un onore per noi cittadini della Tuscia sapere che siamo stati “scelti” (a Viterbo si dice “capati”) come compagni di vita di personaggi di levatura mondiale come appunto il nostro Francesco Mongelli.
Viterbesi, spesso non si nasce, ma si diventa. Una viterbesità che si conserva per l’intera quella di un carattere forte, deciso, pratico. Sarà ancora l’influsso magico che hanno lasciato i locumoni etruschi sul colle del Duomo o altro. Non si sa.
Chi è Francesco Mongelli, il “mago” di Luna Rossa?
Egli è oggi il tecnico professionista che ha la responsabilità della sofisticata tecnica che consente allo scafo volante italiano di vincere regate, ma non è nato tecnico in tuta bianca, ma forgiato dal mare, dal vento e dalle onde.
La sua storia sportiva, poi divenuta professione nasce nelle acque di Anzio negli anni 80/90. Chi scrive ha conosciuto come giovane velista in regata con i miei figli in quegli anni. Venne a Viterbo studente di Agraria nella nostra Università. Lo conobbi anche a quell’epoca incontrandolo alla Palanzana dove aveva preso alloggio.
Ma il mare, per Francesco, era la sua vita anche se gli studi e la laurea in Agraria fu occasione di impegno nell’azienda agraria di famiglia, ma, al mare ed alle barche da regata, cui si era dedicato dapprima come sportivo dilettante è diventata la sua professione. Ha vinto 12 titoli mondiali, un europeo e 7 nazionali con varie e diverse classi a deriva e cabinate.
Indiscussa la sua modestia. Schivo di parole inutili, è una leggenda nella tecnica dello sport velico. Ha partecipato come tattico a bordo delle più importanti barche da regata oceaniche in tutte le regate del circuito mondiale.
L’unico italiano a vincere la Sidney-Hobart (nel Mar di Tasmania), una delle regate, insieme al Fastnet (nel Canale della Manica), più dure e combattute in assoluto.
E’ il mago della messa a punto della tecnologia applicata alla vela ed alla regata. In questa veste è nello staff di Luna Rossa, non è a bordo, ma è come se ci stesse. E’ l’uomo del “muretto” come nei paddock della formula Uno.
Segue, metro per metro, la regata, controlla tutta l’informatica di bordo ed il funzionamento di ogni particolare della sofisticata tecnologia di un mostro da regata.
Un’ attuale barca da regata volante, non potrebbe essere tale senza un sofisticato software che controlla e dirige ogni particolare, dal timing della partenza ad ogni virata o strambata (più corretto, però, dire abbattuta) sino alla “finish lane” di arrivo in boa.
La ricerca del vento (“bordo buono”) non è nel naso del timoniere, ma del computer. Navigare, meglio volare sull’acqua, a 50 nodi in regata necessita strumentazioni da astronave. I timonieri Bruni e Spithill governano la barca con scioltezza e sicurezza perché sanno che a terra c’è Francesco Mongelli che vigila, regola, dirige e consiglia.
E’ proprio vero che i viterbesi si trovano dappertutto, oggi Mongelli ai nostri antipodi in Nuova Zelanda, qualche anno fa pure a spasso nell’universo con l’astronauta Roberto Vittori.