ANNO 14 n° 120
“Gli Invisibili di San Zeno” il nuovo giallo storico di Alessandro Maurizi
L'avvincente indagine di un gruppo di “invisibili” nel cuore di una Verona di fine '800
Gabriele
16/04/2024 - 06:39
di Gabriele Mazzetti

VITERBO - Nel cuore di una Verona di fine '800, una squadra di individui dimenticati dalla società, cerca di risolvere una serie di casi d'omicidio. E' questo l'incipit del nuovo romanzo “Gli Invisibili di San Zeno” di Alessandro Maurizi. Edito da Mondadori, un giallo storico in grado di accendere un faro sulla storia travagliata della pubblica sicurezza italiana, negli anni in cui arresti illegali e abusi d'ufficio non erano così rari. Abbiamo raggiunto l'autore a pochi giorni dall'uscita del nuovo romanzo.

Chi sono gli “Invisibili di San Zeno”?

'Sono quattro persone. Il protagonista, cioè il procuratore legale Federico Giorio, una prostituta, un bambino cencioso che praticamente vive per strada e una guardia di pubblica sicurezza oramai prossima la pensione, disillusa dalla vita. Sono gli invisibili di San Zeno, perché il romanzo è ambientato nel 1880 a Verona e San Zeno è il patrono della città. Invisibili perché è una squadra che indaga su una serie di omicidi con modalità fuori dalle regole, dai canoni tradizionali delle forze dell'ordine e della procura.'

Perché raccontare proprio questa storia?

'Tutto nasce da un libro che mi ha regalato un mio amico molti anni fa. Si intitolava 'Ricordi di Questura'. Pubblicato nel 1882 da Federico Giorio che ho trasformato da personaggio reale a letterario. È un libro di denuncia contro la pubblica sicurezza per i reati gravi, che in quegli anni, commetteva nei confronti dei cittadini, dagli arresti illegali agli abusi d'ufficio. Conosco la fine che ha fatto per via dell'opera che scrisse, ma non ve la dico, per non spoilerare niente. Giorio ha contribuito a dare quella dignità che oggi la Polizia possiede. Ha permesso la nascita di un movimento all'interno della Polizia di Stato che l'ha resa democratica e all'avanguardia, anche se ogni tanto ci sono piccoli rigurgiti dei tempi che furono, ma ormai sono marginali rispetto al passato. Quindi mi ha incuriosito la storia di questo personaggio realmente esistito, e mi ha fatto immaginare una squadra di invisibili, che indagasse una serie di omicidi, raccontati tramite un giallo storico.' 

Un romanzo storico necessita di un importante lavoro di ricerca. Le è piaciuto osservare il passato e che metodo ha utilizzato?

'C'è stata un'opera di ricerca importante. Fatta negli archivi, in modo particolare, nell'archivio storico e nella biblioteca di Verona. Ho letto i libri veronesi dell'epoca. Ma anche e soprattutto i quotidiani, tipo l'Arena e l'Adige. Mi sono soffermato sulle varie annate di giornali e quando si leggono i quotidiani, ci si rende conto della vita dei veronesi in quegli anni. Sono state importanti anche le foto dell'epoca, perché chiaramente nel 1882 la fotografia era già utilizzata, per cui ho trovato molto materiale che mi ha restituito gli ambienti e i quartieri di fine '800.'

È il suo primo romanzo edito da Mondadori. Si sente il peso di una grande casa editrice sulle spalle?

'Un pochino si. Ma è il quinto romanzo che pubblico, per cui so come affrontare un cavallo purosangue. È chiaro che sento la responsabilità sulle mie spalle, ma non essendo il mio primo romanzo, non ci sono capitato per caso, ho fatto la gavetta per oltre 14 anni. Ho lavorato a stretto contatto con il mio agente letterario e un paio di sceneggiatori, perché il confronto a me è servito molto e serve, in generale, nella vita.'

Quali saranno i prossimi appuntamenti dove presenterà il libro?

'Gli appuntamenti saranno in tutta Italia, perché a tutt'oggi ho già organizzato circa 30 presentazioni su tutto il territorio nazionale. Abbiamo già organizzato queste 30 presentazioni, però non vedo l'ora di andare al Salone Internazionale del Libro di Torino dal 9 al 13 Maggio. Il salone è sempre un'emozione e un'ebbrezza da provare e da visitare almeno una volta nella vita.'

 

 






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