ANNO 15 n° 244
Girate, il cuore del trasporto, tra dediche e speranza di pace
Da Mecarini ad Ascenzi, fino ai facchini e ai comitati delle minimacchine, Viterbo si prepara a vivere la notte del 3 settembre
Andrea
30/08/2025 - 07:02
di Andrea Farronato

VITERBO – “Serve essere tutti d’un sentimento” così, con le classiche parole del più famoso e caratteristico motto viterbese, il presidente del Sodalizio dei Facchini, Massimo Mecarini, ha introdotto il trasporto 2025. Le girate, i momenti più suggestivi del percorso, saranno dedicate a figure che hanno segnato la storia della tradizione e della città, scomaprse durate questo anno.

(da sinistra, Romoli, Mecarini e Aspromonte)

“Quest’anno le dediche vanno a Franco Paiolo, Alfiere Antonini, Angelo Sordini, Silvio Ascenzi, Dante Camilli, Marco Gemini, Claudio Monti, Piergiovanni Olivieri e Sergio Menechini” ha svelato Mecarini. Una memoria che si allarga anche a chi, pur non essendo facchino, ha contribuito con la propria presenza alla comunità “Leonardo Cristiani, Gianni Ferretti, Francesco Romagnoli, Francesca Serafini, la mamma di Marco Gemini, e Marino Rossetto, operatore televisivo. Una dedica speciale la rivolgiamo a cento anni dalla nascita di Alfio Agnelli”.

Non solo memoria: quest’anno le girate saranno anche un appello alla pace nel mondo, in un momento come questo, segnato da conflitti e tensioni internazionali. “Il vescovo Piazza ci ha spinto a dedicare il trasporto alla pace. Speriamo che Santa Rosa illumini la mente di chi ha in mano il destino del mondo, dal Medio Oriente all’Ucraina” ha ribadito Mecarini.

Le protagoniste simboliche saranno due donne, le madrine dell’edizione: Viviana Cozzali e Martina Casagrande, atlete che hanno portato in alto i colori di Viterbo.

Accanto al sodalizio, la voce dell’ideatore della Macchina, Raffaele Ascenzi, che ha svelato alcune novità “Sarà una Macchina di pace. Quest’anno presenta un colore interno più chiaro, che simboleggia una linea diretta dalla terra al cielo, con Santa Rosa al centro. È il 335° trasporto, un percorso che continua quasi ininterrotto dal 1690, interrotto solo da guerre e pandemia”. Il clima di attesa si respira anche tra i facchini. Tra tutti, proprio il capofacchino Luigi Aspromonte ha spiegato l’importanza dello spirito di gruppo “Quest’anno ci sono 11 nuovi facchini e diversi avanzamenti di grado. Prima del ‘Sollevate e fermi’ darò loro una spinta in più, e avrò bisogno dell’aiuto di tutti i presenti, perché la Macchina non appartiene solo al Sodalizio, ma a tutta la città”.

Un legame che parte da lontano, come ricordano i rappresentanti dei comitati delle minimacchine, vera fucina di futuri facchini “Siamo una grande famiglia, tutti con la stessa divisa e lo stesso sentimento” hanno dichiarato Stefano Caciola e Angelo Loddo del Pilastro.

Un pensiero condiviso anche dal Centro Storico, con Gianni Baiocco e Alessandro LucariniNegli ultimi anni si è creata una sinergia tra tutte le parti interessate, un intento unico: portare avanti la tradizione della città”.

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