Vignanello – Ancora una volta la Tuscia si trova a fare i conti con la barbarie contro gli animali. Questa volta la vittima è una gatta randagia che viveva a Vignanello, accudita da alcuni residenti e solita rifugiarsi in un giardino privato dove trovava cibo e riparo. Due mesi fa, la sua serenità è stata spezzata da un colpo di pistola sparato da mano ignota. Nonostante l’intervento immediato del veterinario e un’operazione d’urgenza, la gatta non ce l’ha fatta.
Un gesto crudele che ricorda episodi già avvenuti in passato, come quando un altro gatto venne fatto annegare “per gioco” in una fontana pubblica. Non bastano le sagre e le cartoline pittoresche per definire accogliente un paese che non riesce a proteggere i suoi randagi.
Ma la domanda che oggi inquieta è un’altra: se qualcuno ha avuto il coraggio di impugnare un’arma per sparare a un animale indifeso, cosa potrebbe accadere domani? Potrebbe rivolgere la stessa pistola contro chiunque gli dia fastidio: un bambino che piange, un’anziana che parla troppo?
Dal 1° luglio 2025 è entrata in vigore la legge Brambilla, che prevede pene severe: fino a quattro anni di reclusione e sanzioni pesanti per chi maltratta o uccide animali. Chiunque abbia informazioni utili sull’autore di questo gesto vile e pericoloso è invitato a rivolgersi alle forze dell’ordine.
Enpa Viterbo e provincia ribadiscono che la tutela degli animali non è solo un dovere morale, ma un argine contro la violenza che rischia di colpire anche le persone.