VITERBO – Prima sono arrivati i furti, poi la paura. E a San Martino Al Cimino, quella paura si è trasformata in qualcosa di nuovo. Un gruppo WhatsApp, nato come semplice controllo di vicinato, ha raccolto quasi 400 membri. Doveva essere uno spazio di collaborazione, un modo per condividere segnalazioni e proteggere il quartiere. Ma col tempo, quel gruppo è diventato il riflesso di una tensione che rischia di sfuggire di mano: tra messaggi d’allarme, inviti a “ronde” e, in alcuni casi, parole che evocano addirittura armi e cacce a… cinghiali.
È qui che la sicurezza smette di essere una questione di protezione e diventa un terreno fragile, dove l’ansia può trasformarsi in rabbia.
Non si parla più solo di furti “Ho preso coscienza della situazione lo scorso inverno – spiega Laura Allegrini, capogruppo Fratelli D’Italia – e di come a San Martino sia nato un gruppo di quasi 400 persone che, pur con buone intenzioni, rischia di confondere il controllo di vicinato con il fai-da-te sulla sicurezza. Si è perfino parlato di mappe e telecamere private, mentre l’unica telecamera comunale lì presente, al momento, non funziona. Qui non servono sceriffi, ma presenza vera: un presidio fisso, magari con un vigile urbano dedicato, non visite sporadiche”.
Un messaggio questo, condiviso anche da consiglieri di maggioranza, come Gabriele Gnignera, che richiama alla responsabilità collettiva “Questa escalation non nasce oggi. Da mesi, su quella chat, circola di tutto: paura, accuse, perfino idee per ‘ronde’. Ma chi partecipa sembra dimenticare a chi spettano certi poteri. Servono Prefetto e Forze dell’Ordine, non surrogati digitali. Le telecamere? Sì, utili. Ma solo come parte di un piano, non come risposta emotiva”.
Esempio di messaggi che possono essere un campanello d'allarme funzionante, se ben gestito:
'🛑attenzione🛑Volevo segnalarvi nei prossimi due video, che posto di seguito, un nuovo metodo di segnalazione di “case appettibili” e dei relativi punti deboli delle stesse. Siccome alla riunione da Balletti della scorsa settimana mi era stato detto che il foglio dei segnali sui citofoni degli zingari era ormai una cosa datata “anni ‘80”. Mi sono un po’ informato sull’evoluzione di questo tipo di segnaletica dei ladri. Quello che sto per descrivervi NON si vede la sera ad occhio nudo, si può notare molto bene però con una lampada a raggi uv (reperibile su amazon a una decina di euro). Di giorno basta fare un pochino di attenzione. ⚠️ Occhi aperti! 👀' con annesso relativo link per l'acquisto della torcia UV.
Un altro punto di vista arriva dalla consigliera PD Lina Delle Monache, mettendo in luce un altro rischio: quello dei toni, delle parole che superano il limite. “In quella chat – spiega – sono emerse frasi pericolose, che richiamano alla ‘giustizia personale’, al farsi giustizia da soli. Comprendo la paura, ma non può diventare licenza. La sicurezza non si garantisce con minacce virtuali, ma con presenze reali: servirebbe un vigile fisso, anche poche ore al giorno, che giri tra San Martino e le campagne”.
Esempio di messaggio che invece aumenta la tensione:
'Furgone bianco sospetto in piazza donna olimpia con dentro due persone non italiane il guidatore con berretto visto da mia sorella targa xxxx ultime lettere non le ricorda quando hanno visto che lei li osservava sono andati via verso Tobia' o ancora ' Questi ne sanno una più del Diavolo... è assurdo tutto questo... Complimenti @Numero sconosciuto e @Numero sconosciuto bel lavoro! Sempre sul pezzo 😉 Occhi aperti mi raccomando gente!!'
Il richiamo, forse più forte, è quello del consigliere di maggioranza Umberto Di Fusco “Gruppi del genere possono essere utili, se usati con misura. Un campanello d’allarme, non una camera dell’eco. Ma oggi, troppo spesso, quella chat amplifica la paura più della minaccia. Non possiamo tollerare chi parla di fucili, chi evoca cacce, come se il pericolo autorizzasse tutto. Le istituzioni non vanno sostituite: vanno affiancate, rispettate”.
La sicurezza non si tappa con un messaggio in chat, e non si imbraccia con un fucile citato tra i puntini.
O sarà giustizia, o sarà caos.