ANNO 14 n° 119
Femminicidi, anno
nero per la Tuscia
Tre donne ammazzate dai compagni in un anno, l’ultima appena 15 giorni fa
25/11/2014 - 02:00

 

VITERBO – Si celebra oggi, 25 novembre, la Giornata Internazionale sull'eliminazione della violenza contro le donne. Un tema quanto mai attuale specie nella Tuscia dopo l’ultimo femminicidio che si è consumato appena quindici giorni fa a Sutri. Il terzo nel giro di tredici mesi. Un dato allarmante che pone la Tuscia sopra la media nazionale per questo tipo di delitti ormai quasi all’ordine del giorno in Italia. E non è un’iperbole, dal momento che nel 2013 salgono a 179 le donne uccise in Italia, praticamente una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l'Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia, che elenca le statistiche degli omicidi volontari in cui le vittime sono donne. Con questi numeri, il 2013 ha la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia.

Per 10 anni quasi la metà dei femminicidi è avvenuto al Nord, dal 2013 c'è invece stata un'inversione di tendenza sotto il profilo territoriale, divenendo il Sud l'area a più alto rischio. Dal rapporto Eures risulta anche un raddoppio delle vittime al Centro Italia, dalle 22 nel 2012 a 44. Il Lazio, infatti, insieme alla Campania, con 20 donne uccise presenta nel 2013 il più alto numero di femminicidi tra le regioni italiane, seguite da Lombardia (19) e Puglia (15). 

Il 66,4% delle vittime dei femminicidi in ambito familiare, hanno trovato la morte per mano del coniuge, del partner o dell'ex partner; la maggior parte per mano del marito o convivente (55, pari al 45,1%). Nella Tuscia i tre femminicidi sono avvenuti proprio per mano dei conviventi e tutti, subito dopo aver ucciso le loro compagne hanno confessato alle forze dell’ordine. La notte del 12 ottobre 2013 a Barbarano Romano Antonio Matuozzo, 66 anni, napoletano, ex parrucchiere, pensionato, assassinò la compagna Anna Maria Cultrera, 61enne mentre dormiva con un coltello; il 23 settembre scorso è stata la volta di Elena Spingu, 40 anni, romena, residente a Canino. Ancora una volta a uccidere fu il compagno, Gheorghe Sofian Dimitri, 40 anni, anch'egli romeno; ancora una volta con un coltello da cucina; infine, l’11 novembre scorso la morte di Brunilda Hoxa, 31enne residente a Sutri. Uccisa brutalmente dal compagno, Agaj Asilan, 53 anni, con diversi fendenti. E anche in questo caso l’assassino ha raccontato tutto agli inquirenti.

Tre omicidi su tre per mano del compagno delle povere vittime e con armi da taglio. Eppure, sempre stando ai dati Eures, sono i femminicidi a ''mani nude'' quelli più ricorrenti, con percosse o strangolamento o soffocamento.

Collegato alla modalità di esecuzione è il movente. Quello ''passionale o del possesso''continua ad essere il più frequente. Tornando alla Tuscia, pare che alla base del femminicidio di Barbarano Romano ci fosse proprio il movente passionale: l’assassino, che ora è stato condannato a trent’anni di carcere, aveva scoperto che Anna Maria era in procinto di lasciarlo e aveva anche disdetto il contratto d’affitto di casa dove vivevano da alcuni mesi. E all’ennesima discussione ha perso il lume della ragione e l’ha colpita con dieci coltellate mentre era al letto.

Per Gheorghe Dimitri Sofian, a settembre scorso, è stato il tarlo della gelosia a spingerlo ad uccidere la compagna: quella sera, rientrando in casa a Canino, in preda all'alcol e accecato dalla gelosia, ha litigato con la compagna dopo che la stessa aveva ricevuto un sms del suo ex compagno. Si è recato in cucina, ha preso un coltello e ha colpito a morte la donna con sette fendenti tra collo, petto e torace. Al suo avvocato dice di essere pentito e ancora sotto shock per quella reazione inconsulta. Si trova rinchiuso a Mammagialla da quasi due mesi con l’accusa di omicidio volontario ed è in attesa del processo che presumibilmente avverrà con rito immediato.

Non è invece ancora chiaro il movente dell’ultimo femminicidio che ha sconvolto la comunità di Sutri e di tutta la Tuscia. I carabinieri della Compagnia di Ronciglione continuano a lavorare a tamburo battente, scavano nella vita dell'albanese 53enne e in quella della vittima 31enne, madre di tre figli: una di 12 anni, uno di 7 e un altro di 14. Dopo aver scoperto che l'uomo già nel 2001 aveva ucciso la moglie a picconate, omicidio per il quale ha scontato nove anni di carcere, pare che inquirenti abbiano sentito diverse persone conoscenti di Brunilda. Si sa che la giovane donna lavorava a Roma, probabilmente come colf, ma a Sutri in pochi a conoscevano.





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