

CIVITA CASTELLANA - (A.S.) Nella mattinata di oggi verrà allestito presso il mercato cittadino un gazebo di Fratelli d'Italia con relativa raccolta firme a sostegno della proposta di legge per vietare il velo integrale nei luoghi pubblici e contrastare l’integralismo. Si tratta di una campagna nazionale che ha già fatto tappa in alcuni comuni della Tuscia e che oggi sarà proprio nella città della ceramica.
'Negli ultimi anni - si legge nella nota diffusa dal partito di Giorgia Meloni - nelle grandi città europee si sono sviluppate delle vere e proprie società separate in cui i precetti religiosi finiscono per sovrastare le leggi nazionali. Il “separatismo religioso” rappresenta una minaccia: emarginazione, chiusura sociale e disprezzo dei valori occidentali costituiscono, infatti, il terreno fertile per l’integralismo e il terrorismo. Per questo Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge per chiedere di vietare il velo integrale in tutti i luoghi pubblici, più controlli e trasparenza sui finanziamenti dall’estero per la realizzazione di edifici di culto, pene più severe per il fenomeno dei matrimoni combinati, il divieto di rilascio dei certificato di verginità – se non per motivi sanitari -, la possibilità di procedere alla chiusura temporanea dei luoghi di culto in cui si propagandano idee fondate su superiorità e odio di natura religiosa.
Immediata la risposta di alcuni partiti e associazioni: 'Veniamo a conoscenza che Fratelli d'Italia sta organizzando una raccolta firme contro l'integralismo islamico - scrivono in una nota congiunta Rc, Pd, M5S, Filctem Cgil, Cobas e Uiltec -. Già risulta abbastanza ridicolo che un partito di governo faccia una petizione rivolta al governo di cui fa parte.
Quindi in che modo pensano di contrastare “l’integralismo islamico”? Limitando la libertà individuale? Impedendo alle donne di scegliere se indossare o meno il velo?
È vero, esistono contesti in cui alcune donne sono costrette, e questo va condannato senza esitazioni. Ma generalizzare e trattare ogni donna velata come vittima o minaccia è semplicemente sbagliato. La libertà vale anche quando una donna decide autonomamente come vestirsi, il burqa “integrale” è già vietato dalle normative Tulps .
Se davvero si vuole combattere l’estremismo, lo si fa con l’inclusione, l’educazione, il dialogo e gli strumenti di legge che già esistono non criminalizzando comunità intere né restringendo libertà fondamentali. Restiamo convinti che lo Stato debba essere laico ed inclusivo e proprio per questo chiediamo di respingere ogni campagna d'odio contro la comunità musulmana che a Civita Castellana come nel resto d'Italia è composta da persone che lavorano e pagano le tasse e con le stesse mantengono anche le poltrone e gli stipendi di chi sta al governo'.