


FABRICA DI ROMA - Il Gruppo Carabinieri Forestale di Viterbo comunica che a seguito di una approfondita e prolungata indagine condotta dal NIPAAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale e dal Nucleo Carabinieri Forestale di Civita Castellana (VT) è stata posta sotto sequestro un'area di circa 3.000 metri quadrati in Comune di Fabrica di Roma (VT) – località Vado Falcone, adibita illegalmente a discarica abusiva di rifiuti, realizzata e gestita in violazione delle norme ambientali e paesaggistiche. Ad aggravare la situazione della salute pubblica e del territorio vi è la circostanza che i rifiuti venivano smaltititi mediante combustione e interramento.
L'operazione, conclusasi nella giornata odierna, ha permesso di accertare la presenza di un ingente quantitativo di rifiuti speciali e non, tra cui RSU (Rifiuti Solidi Urbani), residui vegetali derivanti da interventi di manutenzione del verde pubblico, di spazzamento delle strade, oltre a carta, plastica, legno, rifiuti da demolizione e altri rifiuti indifferenziati: tutto materiale accumulato e abbandonato in violazione delle normative ambientali vigenti (Decreto Legislativo 152/2006) e per di più in zona sottoposta a vincolo paesaggistico (Decreto legislativo 42/2004).
Le attività di indagine – durate più di cinque mesi – sono stato condotte dai Carabinieri Forestali del Gruppo di Viterbo e dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario della medesima città e hanno portato ad eseguire a carico di ben undici persone indagate i provvedimenti giudiziari di:
• Sequestro dell'area: l'intera area è stata posta sotto sequestro preventivo in esecuzione del decreto emesso dal GIP (Giudice delle Indagini Preliminari) del Tribunale di Viterbo, per impedire l'ulteriore aggravarsi del danno all’ambiente e al territorio;
• Identificazione e Denuncia: i responsabili dell'attività illecita, gestori della discarica abusiva, sono stati identificati e deferiti all'Autorità Giudiziaria per i reati di gestione di discarica non autorizzata, combustione illecita di rifiuti e violazione paesaggistica;
• Perquisizione: contestualmente alle attività di sequestro sono state eseguite attività di perquisizioni delegate presso le sedi delle società coinvolte;
• Acquisizione: ai fini di indagine si è proceduto ad acquisire documentazione presso la Pubblica Amministrazione.
L’esatta natura dei rifiuti conferiti verrà determinata in seguito ad approfondite analisi nell’ambito della caratterizzazione del sito che saranno condotte con l'ausilio dell'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale); al termine di questa complessa attività verranno avviate le comunicazioni agli Enti competenti per l’avvio delle procedure amministrative finalizzate alla bonifica e ripristino dello stato dei luoghi a carico dei responsabili.
I presunti responsabili rischiano, in caso di condanna, pene fino a cinque anni di reclusione ai sensi degli articoli 256 c. 3 e 256 bis del codice dell’Ambiente.
L’attività condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Viterbo, ha consentito di bloccare un’attività dalle assai impattanti conseguenze ambientali sia per il potenziale inquinamento dell’aria (combustione dei rifiuti) sia del terreno e non si può escludere delle falde acquifere (interramento dei rifiuti).
I Carabinieri Forestali, riaffermando l'importanza della collaborazione tra istituzioni e cittadini per la tutela del territorio e dell’ambiente, invitano chiunque a segnalare qualsiasi attività sospetta o consistenti abbandoni di rifiuti.