ANNO 14 n° 135
Fabbri: “Gli americani sono depressi. Taiwan sarà l'epicentro della prossima guerra mondiale”
Il noto analista geopolitico è intervenuto a Palazzo dei Priori
Gabriele
05/05/2024 - 07:01
di Gabriele Mazzetti

VITERBO - L'incontro avvenuto venerdì pomeriggio a Palazzo dei Priori con Dario Fabbri, uno dei massimi esperti di geopolitica e direttore della rivista 'Domino', è stato un'occasione unica per immergersi nel complesso scenario delle relazioni internazionali e dei 'Venti di Guerra Mondiale'.

Attraverso una profonda analisi, Fabbri ha gettato luce su una serie di tematiche cruciali che influenzano il panorama geopolitico contemporaneo. Partendo dall'ordigno risalente alla Seconda Guerra Mondiale ritrovato a Viterbo, Fabbri ha delineato il rapporto degli italiani con il concetto stesso di guerra. Ha sottolineato come, grazie a un lungo periodo di sicurezza e stabilità, la memoria delle tragedie belliche sembrava svanire gradualmente nella nostra società. Questa realtà, però, non è universale. Al contrario, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un'escalation di conflitti in varie parti del mondo.

Ma perché questa crescente violenza? Secondo Fabbri, uno dei fattori cruciali è la depressione della potenza globale americana, da lui definita 'impero'. Gli altri paesi, non sono più riverenti nei confronti degli U.S.A. e per questo sono più propensi ad intraprendere iniziative belliche.

Fabbri ha identificato quattro motivi principali per la depressione del popolo americano:

Diversa Narrazione tra Coste e Midwest: le profonde divisioni all'interno degli Stati Uniti, soprattutto tra le regioni costiere e il Midwest. Queste divisioni non riguardano solo questioni politiche ed economiche, ma influenzano anche la percezione del ruolo dell'America nel contesto internazionale.

Demolizione dell'Industria Manifatturiera Interna: la promozione di un'economia basata sull'importazione di prodotti dall'estero abbia contribuito alla demolizione dell'industria manifatturiera interna negli Stati Uniti, indebolendo il tessuto economico interno e favorendo una dipendenza al dollaro per le economie straniere.

Immigrazione Messicana: il fenomeno dell'immigrazione messicana negli Stati Uniti, sottolineando come questo possa diventare un problema significativo nel futuro, specialmente se non verrà gestito in modo adeguato e se non si riuscirà a promuovere un processo di assimilazione culturale efficace.

Rifiuto dell'Americanizzazione: Fabbri ha concluso evidenziando il crescente rifiuto da parte di molte parti del mondo di essere 'americanizzate'. Il rifiuto alimenta la depressione americana, perché ci si rende conto di non essere il modello per il prossimo.

Infine, Fabbri ha proiettato il futuro, indicando Taiwan come il potenziale epicentro del prossimo conflitto globale. Ha sottolineato l'importanza cruciale del rapporto tra Cina e Stati Uniti nei prossimi anni e decenni, suggerendo che questo sarà determinante per la stabilità geopolitica mondiale.

VITERBO - L'incontro avvenuto venerdì pomeriggio a Palazzo dei Priori con Dario Fabbri, uno dei massimi esperti di geopolitica e direttore della rivista 'Domino', è stato un'occasione unica per immergersi nel complesso scenario delle relazioni internazionali e dei 'Venti di Guerra Mondiale'.

 

Attraverso una profonda analisi, Fabbri ha gettato luce su una serie di tematiche cruciali che influenzano il panorama geopolitico contemporaneo. Partendo dall'ordigno risalente alla Seconda Guerra Mondiale ritrovato a Viterbo, Fabbri ha delineato il rapporto degli italiani con il concetto stesso di guerra. Ha sottolineato come, grazie a un lungo periodo di sicurezza e stabilità, la memoria delle tragedie belliche sembrava svanire gradualmente nella nostra società. Questa realtà, però, non è universale. Al contrario, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un'escalation di conflitti in varie parti del mondo.

 

Ma perché questa crescente violenza? Secondo Fabbri, uno dei fattori cruciali è la depressione della potenza globale americana, da lui definita 'impero'. Gli altri paesi, non sono più riverenti nei confronti degli U.S.A. e per questo sono più propensi ad intraprendere iniziative belliche.

Fabbri ha identificato quattro motivi principali per la depressione del popolo americano:

Diversa Narrazione tra Coste e Midwest: le profonde divisioni all'interno degli Stati Uniti, soprattutto tra le regioni costiere e il Midwest. Queste divisioni non riguardano solo questioni politiche ed economiche, ma influenzano anche la percezione del ruolo dell'America nel contesto internazionale.

Demolizione dell'Industria Manifatturiera Interna: la promozione di un'economia basata sull'importazione di prodotti dall'estero abbia contribuito alla demolizione dell'industria manifatturiera interna negli Stati Uniti, indebolendo il tessuto economico interno e favorendo una dipendenza al dollaro per le economie straniere.

Immigrazione Messicana: il fenomeno dell'immigrazione messicana negli Stati Uniti, sottolineando come questo possa diventare un problema significativo nel futuro, specialmente se non verrà gestito in modo adeguato e se non si riuscirà a promuovere un processo di assimilazione culturale efficace.

Rifiuto dell'Americanizzazione: Fabbri ha concluso evidenziando il crescente rifiuto da parte di molte parti del mondo di essere Il rifiuto alimenta la depressione americana, perché ci si rende conto di non essere il modello per il prossimo.

Infine, Fabbri ha proiettato il futuro, indicando Taiwan come il potenziale epicentro del prossimo conflitto globale. Ha sottolineato l'importanza cruciale del rapporto tra Cina e Stati Uniti nei prossimi anni e decenni, suggerendo che questo sarà determinante per la stabilità geopolitica mondiale.






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