ANNO 15 n° 170
Euphralia Gocce Oculari e una famiglia di ciclopi: sorrisi per tutti gli spettatori
Rubrica 'Pubblicittà' a cura di Elsa Berardi
Elsa
19/06/2025 - 11:33
di Elsa Berardi

VITERBO - La vita funziona perché ci vuole orecchio… O quando pure l’occhio assume un certo ruolo? Non volendo escludere le situazioni di deficit sensoriale e di difficoltà di ogni sorta, i nostri sensi ci aiutano a sviluppare interazioni mirate con la realtà che esploriamo: i classici litigi con qualche bizzarra comparsa, che sia essa il supplicante in coda per un parcheggio o il “passavanti” alla fila per una cassa, ci portano addirittura a non poterla vedere.

Beh, come se invece riuscissimo a sentirla, a tollerarla… Disponiamo di occhi magnetici, acchiappalike, fiutatori di consenso e di emozioni, i quali assolvono invero a filtri dinamici della nostra vista, da curare e controllare al pari di qualsiasi organo. E quando si arrossano, si ingrossano, si infiammano?

Euphralia Gocce Oculari, su tv e web dal 2023 con uno sketch spiritoso e dal sapore leggendario, mostra le fatiche che attanagliano gli occhi attraverso uno storytelling brillante, comprensibile anche ai più piccoli e spesso trascurati fruitori delle reclame. Più che una vicenda romanzata e plasmata a specifico uso e consumo del prodotto, il nostro racconto è imperniato su tre personaggi distinti, che a chiamarli simpatici si farebbe un torto: papà ciclope, mamma ciclope e il figlio web-nauta e socialite che ha bisogno di riposo da qualche view di troppo.

Con il suo adorabile telefonino, il ciclope teenager esclama “Ho l’occhio secco, che fastidio!”, mentre babbo ciclope richiama l’attenzione sulla sua proverbiale possenza, sbattendo la porta della caverna famigliare e lamentando l’occhio arrossato. L’associazione di una vista efficiente ai ciclopi, tradizionalmente provvisti di un occhio soltanto, è dicotomica e divertente, mentre l’offerta di una soluzione rassicurante per tutta la famiglia, affidata al soggetto materno, è comune a molti plot televisivi, oggi apostrofati “da boomer”.

Nonostante ci si rivolga ancora esclusivamente, negli spot e in tutti i prodotti televisivi, al personaggio femminile per ottenere conforto, una meno sfaccettata visione di insieme suggerisce che il ruolo della mamma è qui elegante e pienamente giustificato dalla sua benevolenza, tipica di una guida famigliare che non si sottrae a esternazioni d’affetto (più che mai necessarie in un discorso pubblico polarizzato, anche sull’espediente delle pubblicità).

Bella e dolce, la mamma ciclope aiuta suo figlio e indirettamente il polifemico compagno, che conclude con un sorriso in telecamera: gli si perdona tutto, anche la valigetta del lavoro scaraventata a terra e l’ingresso un po’ caotico nella dimora in stile Odissea.

Un quadretto gioviale e suo modo emozionante è il culmine del nostro spot, in cui Euphralia propone con slancio le gocce idratanti, presentandole come un rimedio a suo modo meno fastidioso… Tutt’altro che il non plus ultra dei prodotti! Siamo ben lungi da automobili avveniristiche, profumazioni inebrianti per donne e uomini intraprendenti, calzature e prodotti alimentari che sembrano escludere ogni alternativa, e la testimonianza della delicatezza del claim è la dimensione ristretta, domestica e affettiva cui il prodotto è riconducibile.

Ogni storia pubblicitaria è un universo: nasce, cresce, fa rete, si sviluppa, ed esaltare le virtù di un messaggio bonario non preclude il rispetto verso immagini più prorompenti. Euphralia, però, in tasca ha il sorriso di molti bambini e adolescenti da proteggere, in particolar modo dalla smodata infiltrazione delle tecnologie nei momenti sociali.






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