VITERBO - A poche settimane dal voto referendario, dobbiamo denunciare con forza che numerosi Comuni della provincia di Viterbo non hanno ancora provveduto all’allestimento delle plance per la propaganda referendaria, come invece prescritto dalla legge.
Si tratta di una grave inadempienza da parte delle amministrazioni comunali, che viola non solo le disposizioni legislative, ma anche i principi costituzionali di equità, informazione e partecipazione democratica.
Il riferimento normativo è chiaro:
i Comuni sono obbligati a predisporre spazi per le affissioni di propaganda da parte dei promotori del referendum, entro un termine stabilito dal decreto di indizione (generalmente 33° giorno antecedente il voto).
Inoltre, la legge impone che gli spazi siano assegnati con delibera della Giunta comunale.
Il mancato allestimento costituisce un’omissione amministrativa che ostacola la libertà di espressione e lede il diritto alla partecipazione attiva sancito dall’art. 48 della Costituzione.
Le plance non sono un dettaglio tecnico, ma uno strumento minimo di equità democratica. Il loro ritardo o mancato posizionamento compromette l’effettiva possibilità, soprattutto per i soggetti senza grandi mezzi economici o visibilità mediatica, di informare i cittadini sulle ragioni del Sì o del No.
Sottolineiamo con forza che la propaganda elettorale, anche in ambito referendario, è un diritto riconosciuto ai comitati promotori e ai cittadini, e che le istituzioni hanno il dovere di garantirne le condizioni minime di esercizio.
Partecipazione e democrazia sono inscindibili. Senza un’adeguata informazione e possibilità di confronto tra le diverse posizioni, il referendum si svuota di senso e si trasforma in un atto puramente formale, lontano dallo spirito costituzionale che lo ha previsto.
Chiediamo quindi ai Comuni ancora inadempienti di provvedere con urgenza al rispetto della normativa, affinché si possa garantire un percorso referendario realmente libero, equo e democratico.
Massimo Erbetti
coordinatore provinciale M5S