ANNO 14 n° 120
E' di Soriano uno dei pił bravi ballerini di danza latino-americana
18/03/2014 - 02:01

di Flavia Ludovisi

VITERBO – E’ di Soriano nel Cimino uno dei ballerini di danza latino americana più promettenti in Italia. Simone Urbani ha 25 anni e la danza nel sangue. Con la sua partner, Sara Paradisi, coetanea e di origine marchigiana, forma la seconda coppia nel ranking della sua categoria, la A1, che è quella più alta in assoluto a livello nazionale e copre la fascia dai 19 ai 34 anni. E pensare che un anno fa nessuno credeva in loro come partner. ''Ci dicevano che c’era troppa sproporzione, che Sara per me era troppo bassa. Ma oggi sì che si sono ricreduti – ha spiegato Simone''.

Balla da più di dieci anni e ha sperimentato tutte le discipline della danza, dal classico al contemporaneo, fino a quando si è innamorato definitivamente del ballo latino americano. E ha fatto della sua passione anche un lavoro vero e proprio. Si è laureato due anni fa a Roma in Disegno industriale e oggi è fashion designer. E’ lui che disegna e realizza i costumi di scena. D’altronde anche il look, oltre alla tecnica, è fondamentale in pista. ''Il giudizio nelle gare è complessivo, tiene conto di ritmo, tecnica, musicalità, espressività e feeling con il partner, ma il look, parliamoci chiaro, è il biglietto da visita per ogni ballerino. Come designer amo molto lo stile ricercato, non convenzionale''. Di abiti conservati a casa sua, a Soriano, ne ha più di 200. ''Non li ho mai venduti, ci tengo troppo, rappresentano una tappa importante della mia carriera, anche se sono stati indossati per una semplice esibizione. Custodisco gelosamente addirittura il mio primo paio di scarpe''.

Anche di coppe e medaglie è pieno, ma mette in mostra solo quelle dei traguardi più importanti. L’ultimo in ordine di tempo è il trofeo conquistato i primi di marzo al Campionato Regionale a Velletri. Simone e Sara sono arrivati primi e non ci speravano affatto.''Non avevo neanche portato con me il cambio d’abito tanto ero sicuro di non arrivare in finale – ha ricordato divertito”. Il calendario delle gare è fitto, si riparte il prossimo 25 marzo per gli Open di Parigi, a fine luglio, invece, lo attende il Campionato Italiano a Rimini Fiera.

Non è una disciplina remunerativa, c’è una gara quasi ogni settimana e l’allenamento è durissimo. ''Dietro c’è un grande sacrificio, come quello di qualsiasi sportivo. Come coppia ci alleniamo quattro ore al giorno almeno tre volte a settimana, da solo invece tutti i giorni. E poi va seguita una dieta molto rigida, ovvio. In Italia, purtroppo, è sempre e solo il calcio a fare da padrone, eppure nel nostro Paese esistono 8mila coppie che ballano a livello agonistico, senza contare che siamo l’unica nazione ad avere tre Federazioni. Noi italiani, uomini soprattutto, il ballo latino americano ce l’abbiamo dentro e lo stesso accade per le partner donne russe, le migliori in questo campo''.

Guai poi, a nominargli la televisione e i programmi dove apparentemente è più facile ottenere successo. ''Per carità – ha detto sicuro – non è un mondo che fa per me, a me piace la sana competizione della pista. Ho partecipato a qualcosa in tv ma non mi ci ritrovo per niente''. Bravo è bravo, ma tiene anche i piedi per terra. Si rende conto che fra dieci anni non vestirà più gli abiti di scena e a quel punto si dedicherà all’insegnamento, è quello il suo vero sogno, ''per formare altri competitori, come lo sono stato io''.

L’ultima domanda, a chiusura dell’intervista, è stata quella più difficile per Simone. ''Che cosa rappresenta per me la danza? (lunga pausa, ndr). E’ energia e allo stesso tempo sensibilità, significa tradurre in movimenti ed espressioni tutto ciò che si ha dentro. E’ sacrificio ma anche soddisfazione. E’ competizione in pista ma anche una famiglia che in parte sostituisce quella naturale. Anche perché vedo più la mia insegnante, Sabrina Manuzzi, e la mia partner, Sara, di mia madre. Eppure abitiamo sotto lo stesso tetto..''.

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