VITERBO - Il Consiglio di Stato ha respinto l'istanza cautelare presentata dalla Regione Lazio sul dimensionamento scolastico. Una decisione che conferma quanto abbiamo sempre sostenuto: non si possono prendere provvedimenti così impattanti senza il necessario coinvolgimento dei territori e senza rispettare le procedure.
Il pronunciamento dei giudici è netto. La sentenza del TAR che aveva accolto il ricorso del Comune di Viterbo non è stata sospesa perché fondata su vizi sostanziali e formali: dall'assenza di motivazioni rispetto ai pareri degli enti locali, alla violazione delle linee guida nazionali, fino al mancato passaggio in conferenza permanente per l'istruzione.
Si tratta di un passaggio importante, perché riafferma un principio che considero fondamentale: la scuola non è un numero da ridurre in un bilancio, ma il cuore pulsante di una comunità. Privare un territorio di un presidio scolastico significa impoverirlo, togliergli energie, radici e futuro.
La bocciatura della sospensiva, per cui ora attendiamo la pronuncia nel merito, ci dice che occorre fermarsi e ripartire da un confronto serio e responsabile con le istituzioni deputate e con i comitati previsti, che raccolgono i rappresentanti delle varie componenti scolastiche e sociali. Non va dimenticato, inoltre, che è la prima volta che la Regione Lazio si discosta dalla delibera e dalle volontà di un consiglio provinciale.
Enrico Panunzi
Vicepresidente consiglio regionale del Lazio