


VITERBO – Proseguono le indagini sulla morte del detenuto che si è tolto la vita nel carcere Nicandro Izzo di Viterbo. Nella giornata di ieri la polizia scientifica ha effettuato un sopralluogo all’interno della struttura penitenziaria per ricostruire le circostanze e i tempi del suicidio.
Gli agenti specializzati sono arrivati nel penitenziario nel pomeriggio: a loro spetta il compito di eseguire i rilievi tecnici nel luogo in cui il giovane detenuto, un italiano di circa 30 anni, si sarebbe impiccato. La tragedia si è consumata nella notte tra giovedì 11 e venerdì 12 dicembre, quando l’uomo è stato trovato privo di vita all’interno di una cella. Inutili i soccorsi: al loro arrivo non c’era ormai più nulla da fare.
Il corpo è stato trasferito all’ospedale Santa Rosa di Viterbo, dove si trova tuttora a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa che venga disposto l’esame autoptico. La procura vuole fare piena luce sugli ultimi istanti di vita del detenuto.
La morte riaccende il dibattito sulle condizioni di sicurezza e sul sovraffollamento delle carceri. Secondo i dati forniti dal garante dei detenuti, basati sul monitoraggio di Ristretti Orizzonti, nel 2025 in tutta Italia si contano finora 223 decessi negli istituti penitenziari, di cui 76 suicidi, compresi gli ultimi casi avvenuti a Lecce e Viterbo. Nel 2024 i decessi complessivi erano stati 246, con 91 suicidi.
Nel Lazio, prosegue il garante, i decessi accertati nel corso del 2025 sono stati 19, di cui otto suicidi, incluso l’ultimo avvenuto nel carcere viterbese. I detenuti presenti nella regione sono attualmente 6.702 a fronte di 4.485 posti effettivamente disponibili, con un tasso di affollamento del 149%. Ancora più critici i dati di Viterbo, dove i detenuti presenti sono 716 e l’affollamento raggiunge il 177%.