ANNO 14 n° 136
''Deposito scorie: l'opposizione deve essere evidente e intransigente''
Lo ha detto Famiano Crucianelli all'incontro pubblico organizzato da Tuscia in movimento
05/05/2024 - 07:01

VITERBO - (M.V.) ''Dobbiamo costruire un’iniziativa per contrastare in via definitiva l’ipotesi del deposito. Ma l’opposizione deve essere evidente e capillare. L’opposizione deve essere intransigente''. Lo ha detto Famiano Crucianelli, presidente del Biodistretto della via Amerina e delle forre, nel corso dell'incontro pubblico in Provincia organizzato da Tuscia in movimento per dire No al deposito di scorie nucleari.

Un appuntamento a cui hanno partecipato Gabriele Antoniella, presidente del Biodistretto del lago Bolsena, Carlo Falsetti, presidente del comitato Montalto futura, Leonardo Varvaro, professore divertimento Dafne Unitus, la sindaca di Viterbo Chiara Frontini e l’assessore allo sviluppo economico Silvio Franco.

Nel corso dell'incontro è stato ricordato che sui 51 siti idonei individuati da Sogin per la realizzazione del deposito nazionale, 21 sono nella Tuscia. A febbraio c'è stata la grande manifestazione con oltre duemila le persone con un corteo che, partito da quattro zone diverse, è arrivato a Corchiano.

Crucianelli ha definito la proposta di Sogin irricevibile e impraticabile. ''Irricevibile perché - ha detto - quello della Sogin è stato un sistema autoritario che non ha tenuto in alcun contatto osservazioni e documenti critici ai quali i territori hanno lavorato per mesi e mesi con accademici ed esperti internazionali. Impraticabile, perché in contraddizione con tutte le affermazioni scientifiche fatte dalla comunità scientifica internazionale si mettono insieme in un deposito di superficie le scorie ad alta pericolosità e quelle a bassa pericolosità, quando tutti affermano che le prime debbono stare a grande profondità proprio per la loro pericolosità e perché servono migliaia di anni per il loro decadimento''.

Il presidente del Biodistretto ha sottolineato inoltre che la Tuscia è ''uno dei territori che ha già una radioattività fra le più alte d’Italia, si aggiungerebbe rischio a rischio''.






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