ANNO 15 n° 284
Cultura Locale e Impatto Economico dei Grandi Eventi a Viterbo
10/10/2025 - 10:49

Negli ultimi anni, succede spesso che Viterbo si trasformi completamente grazie ai grandi eventi culturali. A volte sono concerti, ogni tanto maratone, e può capitare che la città si riempia ai limiti del traffico sopportabile. “Viterbo in Musica”, il Festival Barocco, la Half Marathon… queste manifestazioni attirano persone dove, magari, il resto dell'anno la calma regna sovrana. Si vedono subito i risultati, fosse solo per le piazze affollate e le attività che sembrano quasi riprendere fiato. Secondo alcune cifre del Comune – che teniamo a mente ma, insomma, i numeri si possono leggere in vari modi – oltre 96.000 presenze tra primavera e inizio autunno 2024 sarebbero legate agli eventi. E qui non si parla solo di numeri: la storia medievale di Viterbo e la sua tradizione musicale, in qualche modo, si fanno spazio anche su giornali fuori dalla regione.

Il patrimonio che si riaccende in città

C’è chi dice che siano proprio i festival a restituire cuore e identità a Viterbo. Prendiamo San Pellegrino in Fiore o la Settimana del Pellegrino… sembrano occasioni create apposta per riassaporare rituali dimenticati. Per qualche giorno – precisamente all’inizio di maggio 2025 – il quartiere medievale si riempirà di fiori, costumi, mostre. Pare che tutti vengano coinvolti: scuole, associazioni, famiglie – chi più chi meno, magari anche solo con curiosità.

L’idea di fondo resta sempre quella di una narrazione viva, che tenga insieme la memoria e, in qualche modo, la reinterpreti. Poi ci sono eventi come il Festival Barocco “Stradella”: secondo Viaggiando Italia, qui saliranno sul palco musicisti di alto livello, con repertori che quasi nessuno ascolta più. Anche la maratona cittadina, in fondo, sembra avere un doppio scopo – sportivo sì, ma anche sociale; e non mancano serate di intrattenimento al Casino, almeno così si sente quando si parla con chi organizza o partecipa.

Dalla cultura al business locale anche online

Chiunque abbia un’attività nel centro storico non può non notare una certa differenza quando arrivano i grandi eventi. Il Festival dell’Economia della Cultura, previsto per metà ottobre 2025, ad esempio, vede impegnati decine di operatori – secondo gli organizzatori, almeno, ma anche qui i numeri sono sempre da prendere con le pinze. Non sono pochi quelli che parlano di un vero aumento di prenotazioni, soprattutto durante San Pellegrino in Fiore: per Federalberghi Viterbo si arriva anche oltre l’89% di occupazione nelle strutture ricettive.

La crescente attenzione verso mondi digitali e nuovi format di intrattenimento porta anche parte del pubblico a scoprire attività ibride, tra cui piattaforme online dove il classico gioco da casino si fonde con esperienze culturali a distanza. Intanto negozi, artigiani e ristoratori vedono passare una clientela variegata: famiglie, turisti, giovani… forse anche solo gente che, passando, si lascia incuriosire dai social. E a ben vedere, in alcune occasioni, le sponsorizzazioni digitali riescono a coprire – almeno in parte – le spese; è una sorta di equilibrio ancora da definire tra tradizione locale e un’economia sempre più legata al mondo digitale.

Festival, partnership e strategie di lungo termine

Se si guarda appena oltre la superficie, appare che i grandi appuntamenti abbiano anche l’effetto di far dialogare mondi altrimenti separati: istituzioni, aziende, università. Sembra che il Festival dell’Economia della Cultura, spinto dal Comune e supportato dalla Regione, sia diventato un terreno fertile per nuovi contatti e collaborazioni. L’eventuale candidatura di Viterbo come Capitale Europea della Cultura per il 2033 è ormai sulla bocca di molti; gli eventi, pare, vengano utilizzati quasi come trampolino in questa corsa.

Resta il fatto che dalle relazioni nate nei festival alcuni progetti per bandi regionali e europei sono effettivamente partiti, ma non tutte le iniziative riescono davvero a decollare. Nel 2024, almeno secondo il dossier ufficiale, sarebbero stati presentati sedici progetti pubblico-privati, con potenziali investimenti che superano i dieci milioni di euro per i prossimi anni – una cifra importante, anche se, va detto, gran parte di questi importi rimane ancora nel mondo delle previsioni. Negli ultimi due anni, chi ha studiato i dati nota che la crescita turistica di Viterbo supera quella regionale di qualche punto percentuale; ma bisogna vedere cosa succederà appena passata l’ondata degli eventi più popolari.

Opportunità e criticità nel futuro viterbese

Non è tutto semplice, né tutto immediato. Se da un lato la promozione e il turismo danno risultati – almeno a giudicare dall’afflusso visibile – dall’altro restano questioni aperte: per esempio la gestione dei flussi, la sostenibilità e quel rischio di “consumare” eventi e identità come se fossero semplici prodotti o passatempi. Alcuni organizzatori si chiedono se concentrare tutto in poche settimane dell’anno sia davvero la strada più efficace, o se invece si corra il pericolo di puntare più sull’apparenza che sulla sostanza.

Poi c’è il dilemma, mai risolto, dei fondi: la normativa sembra cambiare spesso e può creare competizione tra soggetti locali. Tuttavia, una certa idea di progettualità a lungo termine sembra tenere il campo: fondazioni bancarie e università – ma non sempre, dipende dalle risorse – offrono percorsi formativi paralleli agli eventi. La cultura resta la scommessa più sentita, a patto che venga integrata con una planificazione che nasca anche dalla cittadinanza, non solo dall’alto.

Cultura, gioco e responsabilità

Oggi, non si può più ignorare il legame tra i grandi eventi di Viterbo e l’intrattenimento digitale, casino online compresi. Nonostante l’offerta culturale sia in crescita, emerge con una certa forza la necessità di gestire questi spazi ludici con attenzione: insomma, non basta offrire opportunità di gioco, serve educare alla responsabilità. Qualsiasi attività, dal torneo analogico al digitale, andrebbe vissuta tenendo in mente i propri limiti. Resta il tema – forse ancora sottovalutato – di come operatori e istituzioni possano davvero lavorare insieme per favorire un approccio informato, specialmente pensando ai più giovani. Si spera, o comunque ci si augura, che cultura e svago continuino a vivere fianco a fianco, arricchendo il territorio senza dimenticare le possibili ombre.






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