ANNO 15 n° 190
Cruciani a Ombre festival tra provocazioni, battute e domande impertinenti
Il giornalista ha presentato il suo nuovo libro: ''Via Crux''
Giulia
07/07/2024 - 05:24
di Giulia Ortenzi

VITERBO - Torna a Festival Ombre, il giornalista Giuseppe Cruciani, che in Piazza della Repubblica, durante la serata di venerdì 5, ha presentato il suo libro “Via Crux”. Ad intervistare il giornalista e speaker della Zanzara sul suo nuovo libro è la sindaca Frontini. Un dibattito acceso sul politically correct, sul femminismo e sulla libertà d’espressione.

Il dibattito è iniziato subito in maniera scoppiettante, con l’utilizzo della parola sindaca per riferirsi alla Frontini: “La parola sindaca, foneticamente, mi da enormemente fastidio – esordisce Cruciani – non credo che siano le parole come questa che possano far sentire una donna emarginata, come ad esempio anche l’utilizzo della parola tutti. Molte volte ci complichiamo la vita per delle minchiate”

Continuando con l’utilizzo di alcune parole specifiche, Cruciani dichiara che il politicamente corretto ci costringe a censurare alcuni termini per l’inclusione di tutti: “Io non mi limito nell’uso della parole – prosegue Cruciani – ma molte volte le parole vengono crocifisse in nome dell’inclusione. Io le utilizzo non per offendere, ma perché sono parole della lingua italiana. Le parole in sé non sono offensive, è l’utilizzo che se ne fa e il significato che gli si attribuisce. Per esempio, uso la parola frocio o finocchio che è una parola bellissima. Ormai siamo limitati ad utilizzare il linguaggio per paura di offendere qualcuno. Non dobbiamo arrivare al politicamente corretto estremo che sta nascendo negli Stati Uniti”.

Anche l’omosessualità è stata al centro del dibattito. Cruciani si è sempre detto a favore dei matrimoni gay, delle adozioni gay e dell’utero in affitto, ma dove specifica che se qualcuno non è conforme ai canoni della comunità LGBTQ+ non significa che sia necessariamente omofobo: “Non ho nulla contro di loro, ma allo stesso tempo penso che se uno dice che secondo lui la famiglia da sostenere è quella tradizionale, non è omofobo. Chiunque oggi non la pensa come le associazioni LGBT viene additato come omofobo. Se pensi in maniera diversa sei automaticamente razzista, omofobo e medievale. Io quando incontro una persona non la giudico in base a con chi va a letto, ma la considero una persona, senza dargli una categoria specifica. Non bisognerebbe chiuderci in delle categorie”.

A questo punto la sindaca Frontini ha fatto una domanda a Cruciani sul diritto all’odio: “Si può generalizzare? Quale è il limite della tua libertà?”, Cruciani prontamente risponde che il problema è la vittimizzazione: “Io non sopporto la vittimizzazione di qualsiasi cosa. In fin dei conti gli haters non esistono, i social sono liberi, e non è un diritto starci. Se non ti piacciono i commenti, non li leggi o li cancelli. Bisogna imparare ad affrontare la vita fregandocene delle offese. Se tutto diventa un conflitto continuo non riusciamo ad andare avanti, Questo non deve però diventare un problema sociale. Se tutto si trasforma in reato, niente è reato”.

Nel libro Cruciani parla anche della donna e del femminicidio, con il titolo: “Il femminicidio è qualcosa che non esiste”. La sindaca ricorda però che l’84% degli assassinii di donne avviene per la gelosia. “Dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin noi uomini ci siamo dovuti sentire in colpa solo per il fatto che siamo uomini– risponde Cruciani – Non disconosco il femminicidio, io vado alle origini del problema, cioè il possesso e la gelosia. L’uomo è colpevole quando ammazza una donna, ma io non mi sento colpevole per lui. Uno che uccide una donna esce dopo 15 anni, il problema sta proprio qui, perché quella persona dovrebbe stare 50-70 anni in prigione, e non essere rilasciato subito. Bisogna, inoltre, insegnare agli uomini il rispetto per il corpo della donna. Questa è un’affermazione più femminista di tante altre femministe”.

Il dibattito si è accesso quando è uscito fuori l’argomento della prostituzione, dove Cruciani ha sempre sostenuto la legalizzazione anche in Italia, come avviene in altre parti del mondo, dichiarando come l’imprenditoria del sesso potrebbe portare anche dei benefici all’interno di una coppia e nei legami familiari. Per avvalorare la sua idea Cruciani fa una domanda scomoda alla sindaca: “Se tuo marito ti dicesse che ti ha tradito, preferiresti con una prostituta o con una commessa? Penso che preferiresti una prostituta”, “C’è un principio di reciprocità nella nostra coppia” risponde la Frontini.

Per concludere il dibattito si è tornati a parlare di politicamente corretto, dove la sindaca, indicando anche la piazza piena di persone, chiede a Cruciani se, visto che tanti la pensano come lui, lo seguono e lo ascoltano, forse il suo pensiero è la maggioranza, non è più l’anticonformista che crede di essere: “Il mio non è sicuramente il pensiero dominante – conclude Cruciani - Chi la pensa come me è la minoranza e te lo fanno notare i social ogni giorno. Domina il pensiero di chi parla di parole censurate e uguaglianza”.

Alla fine, si è parlato anche di egoismo, che Cruciani nel libro definisce come il motore del mondo: “L’egoismo è il proseguimento dei propri fini – dichiara Cruciani – Dobbiamo tutti noi proclamarci egoisti. Non bisogna credere a quelle persone che dicono di agire per il bene comune, sono impostori. Io odio la beneficenza proclamata e chi fa successo con il farsi vittima. Io penso che il vittimismo sia il male assoluto, perché ti spoglia della responsabilità. Io, come si può ben vedere, mi sono sempre assunto tutte le mie colpe”.






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