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L'atto fa seguito a numerosi incontri informativi che si sono tenuti sul territorio a cui ha preso parte anche il commissario del consorzio Raffaele Trequattrini e i sindaci del distretto, su invito dell'amministrazione, dell'Apea, area produttiva ecologicamente attrezzata, e Federlazio. L'obiettivo è quello di incanalare tutti i comuni del distretto all'interno del consorzio ed entrare così a pieno titolo nella rete delle imprese ottenendo vantaggi finanziari per le aziende.
Il sindaco Luca Giampieri ha parlato 'di un risultato fondamentale per la città utile a valorizzare il meglio della produzione e attrarre nuove imprese'. Tuttavia, nonostante il segnale forte lanciato da Civita Castellana (e in precedenza da Castel Sant’Elia), il resto del distretto resta fermo ai blocchi di partenza. Comuni come Fabrica di Roma, Corchiano, Nepi, Gallese, Faleria e Sant’Oreste non hanno ancora formalizzato alcuna adesione, rischiando di rimanere ai margini di una riorganizzazione strategica del tessuto industriale laziale.
'L’ingresso nel consorzio - ha commentato Antonio Sini, presidente dell'Apea - non è solo una formalità amministrativa, ma è un accesso sicuro a una piattaforma regionale di sviluppo per attivare sinergie, attrarre investimenti e soprattutto non perdere il treno dei finanziamenti pubblici e privati destinati alle aree produttive attrezzate. Ringrazio il sindaco Luca Giampieri e i consiglieri comunali per aver deliberato in favore di questo progetto, ora però anche gli altri Comuni devono fare la loro parte. La loro mancata partecipazione rischia di compromettere la coesione territoriale e di creare disparità tra imprese che operano nello stesso bacino produttivo ma con condizioni di accesso ai benefici profondamente diverse'.

Il consorzio unico industriale del Lazio, attualmente il più grande d'Italia, è nato nel 2021 dalla fusione di cinque enti industriali presenti sul territorio regionale (Asi Frosinone, Cosilam, Consorzio Roma-Latina, Consorzio di Rieti e Consorzio Sud pontino). Attualmente non ricomprende la provincia di Viterbo e il polo ceramico civitonico. Per questo motivo gli enti locali si stanno attivando per entrare a farne parte spingendo per allargare la platea societaria.
Si tratta di un passo significativo verso la riorganizzazione e l'efficientamento della gestione delle aree industriali nel Lazio, attraverso la centralizzazione delle funzioni in un unico consorzio con il quale la Regione punta a creare un ambiente più favorevole allo sviluppo industriale e all'attrazione di nuovi investimenti.
Di recente il Governo ha assegnato 100 milioni per la realizzazione di interventi a sostegno delle attività economiche e finalizzati a contrastare i fenomeni di deindustrializzazione. Di questi - 20milioni -, spettanti alla provincia di Viterbo, potrebbero andare perduti se la Tuscia continua a rimanere fuori dal Consorzio.
