ANNO 14 n° 118
Con i fratelli un rapporto conflittuale, ''Non faceva altro che mentire''
Riguardo il lavoro e la sorte dei genitori, Fieno ''avrebbe pianificato tutto''
06/01/2018 - 07:30

VITERBO – Un rapporto conflittuale con l’intera famiglia. Da una parte i fratelli, dall’altra gli anziani genitori. In mezzo Ermanno Fieno.

''Non faceva altro che mentire – avrebbe riferito la sorella Rita agli inquirenti – sia per quanto riguarda il suo lavoro, sia su come si trovasse da vivere e da mangiare''.

Dichiarazioni queste, rese all’indomani del ritrovamento dei cadaveri di Rosa e Gianfranco Fieno, che avevano fatto spalancare per gli investigatori la pista del movente economico: secondo le prime ipotesi della Procura, il 44enne – dopo la morte del padre - avrebbe massacrato a colpi di attizzatoio la madre, per intascare i soldi della pensione. In casa, tracce di sangue su mobili e pareti e soprattutto sul lungo arnese in ferro, ancora sporco dei capelli della vittima.

Un piano studiato nei minimi dettagli e che per il gip di Viterbo Francesco Rigato, rivela ''la spiccata personalità violenta di Fieno, che non solo ha infierito sulla madre, ma non ha poi esitato a continuare a condurre la propria vita secondo le consuete abitudini''.

Avrebbe continuato a vivere in quell’appartamento al civico 26 di via Santa Lucia, ad uscire e ad incontrarsi con la compagna, mentre in casa, avvolti nel cellophane e distesi sul letto c’erano i corpi degli anziani genitori.

‘’Una tranquillità tale – si legge ancora nell’ordinanza di misura cautelare in carcere – che gli avrebbe permesso di guadagnare il tempo necessario per ripulire l’abitazione e verosimilmente per sbarazzarsi dei cadaveri’’. Senza essere scoperto. Neanche dal fratello e dalla sorella, sempre più insospettiti dall’assenza e dal silenzio dei genitori.

Per occultare i due cadaveri – le cui morti risalirebbero almeno a una quindicina di giorni prima del ritrovamento dello scorso 13 dicembre – Fieno avrebbe addirittura noleggiato una macchina.

A darne conferma, la compagna A.D.R., che prima della fuga del 44enne verso la Francia avrebbe trascorso con lui alcune ore: ''Era palesemente provato. Mi disse che il padre stava male, poi che si era ripreso. Poi di nuovo male. Solo alla fine è crollato in una crisi di pianto''.





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