VITERBO - La presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci, lancia l’allarme per quanto sta accadendo nei noccioleti del territorio. Si parla di una situazione drammatica che rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto corilicolo della Tuscia.
Le aziende segnalano perdite dal 40% al 50%, fino al 100%, un duro colpo per l’economia locale, soprattutto per i produttori biologici. La stima dei danni potrebbe aggirarsi attorno a diversi milioni di euro. Si chiede alla regione l’attivazione di un Tavolo tecnino per affrontare la situazione.
Tra le cause di queste perdite una serie di eventi climatici estremi che si sono sommati: dalle gelate tardive di marzo e aprile, nelle prime fasi di sviluppo dei frutti, alla primavera fredda e piovosa, che ha ostacolato l’allegagione, ma anche i suoli con temperature inferiori nelle prime settimane di giugno, lo stress termico improvviso del mese scorso. Fattori che combinati insieme hanno avuto un impatto negativo.
Alla federazione provinciale di Coldiretti dalle aziende e anche dal Coordinamento Corilicolo Territoriale (CCT) della provincia di Viterbo sono arrivate numerose segnalazioni. Il CCT è, inoltre, composto da tecnici agronomi, ricercatori e rappresentanti dei principali enti pubblici e privati che operano attivamente a fianco dei produttori del settore.
La Coldiretti, come spiega Ranucci, si è attivata subito dinnanzi al fenomeno che siè diffuso su tutta l’area dei Comuni dei Cimini, non è possibile lasciare le aziende sole ad affrontare tale danno. Si richiedono interventi urgenti e straordinari, oltre che il sostegno delle istituzioni.
Si ribadisce, infatti, che non si parla solo dell’economia di un settore ma anche di comunità agricole e la loro sopravvivenza, presidi fondamentali del territorio.