VITERBO - La CISL di Viterbo, insieme alla CISL Lazio, rinnova l’appello per l’estensione della Zona Economica Speciale (ZES) alla regione, con l’obiettivo di consentire al Lazio di competere ad armi pari con le aree già beneficiarie di incentivi, agevolazioni fiscali e nuovi investimenti.
“Non possiamo accettare che la nostra provincia resti penalizzata rispetto a regioni confinanti – dichiara Elisa Durantini, Segretaria Generale della CISL di Viterbo –. È urgente una scelta politica chiara per attrarre imprese, potenziare le infrastrutture e creare lavoro stabile e di qualità”.
Il 2025 è stato particolarmente critico per la corilicoltura viterbese, con perdite produttive fino al 70% dovute al cambiamento climatico e alla cimice asiatica, che hanno compromesso qualità e rese del raccolto. La provincia, pur rimanendo la prima area italiana per superficie coltivata a nocciole, è esposta a eventi estremi, parassiti e costi crescenti.
“La situazione della corilicoltura è un esempio concreto della vulnerabilità del nostro sistema produttivo – sottolinea Durantini –. Serve un piano regionale straordinario per difesa fitosanitaria, ricerca e sostegno alle imprese agricole”.
Nonostante le difficoltà, altre filiere mostrano segnali positivi: il settore olivicolo registra una produzione di oltre 5.300 tonnellate di olio nel 2025, mentre la castanicoltura mostra un lieve miglioramento, soprattutto nei comuni dei Monti Cimini, con la necessità di valorizzare marchi DOP come la Castagna di Vallerano.
Il valore aggiunto agricolo e manifatturiero della Tuscia è cresciuto di circa 3-4% nel 2025, sostenuto da un incremento dell’export, ma permangono criticità legate alla mancanza di infrastrutture, all’aumento dei costi energetici e alla carenza di manodopera qualificata. La fuga dei giovani e la desertificazione delle aree interne rimangono emergenze prioritarie.
Secondo la CISL, tutelare le filiere locali e attrarre nuove imprese significa rilanciare l’economia e garantire opportunità di lavoro. L’estensione della ZES al Lazio è considerata una leva strategica per sostenere investimenti industriali e agricoli, favorire la transizione ecologica e digitale delle imprese e creare occupazione.
“La ZES è uno strumento di equità e sviluppo – ribadisce Durantini –. Il Lazio non può restare indietro. Chiediamo con forza che la nostra regione sia inclusa in un piano nazionale di crescita che valorizzi le sue potenzialità produttive e sociali”.
La CISL di Viterbo, insieme alla CISL Lazio, continuerà a promuovere misure di crescita e sviluppo, puntando su infrastrutture moderne, investimenti strategici e politiche per il lavoro giovanile, per garantire un futuro sostenibile alla provincia di Viterbo e all’intero territorio regionale.