ANNO 14 n° 111
Cinghiali, arrivano gli indennizzi:145mila euro per gli agricoltori della Tuscia
Pubblicati dalla Regione l'elenco beneficiari e le somme. Pira (Agri Viterbo): ''Briciole, distrutti interi raccolti. Serve risarcimento totale del danno''
01/10/2022 - 07:01

 

VITERBO - Arrivano gli indennizzi dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche negli Ambiti territoriali di caccia Viterbo 1 e Viterbo 2: un ''ristoro'' di circa 145mila euro, relativo all'annualità 2020. Le domande accolte e finanziate dalla Regione Lazio nella Tuscia sono 96 in tutto.

Ai beneficiari è riconosciuta la medesima percentuale di indennizzo, pari al 47,4465% dell’importo ammissibile. Le somme assegnate vanno da poche decine di euro a un massimo di circa 10mila euro, per una media di 1500 euro a istanza. Considerando il fatto che la somma messa a disposizione ammontava a 360mila euro, la provincia di Viterbo da sola si vede assegnare quasi la metà degli indennizzi ripartiti tra i territori del Lazio. Un dato che conferma quanto sia grave la situazione per quanto riguarda gli attacchi da parte della fauna selvatica in questa parte della regione. In particolare per quelli portati dai cinghiali.

Si tratta tuttavia di somme ''irrisorie'' secondo Giovanni Pira, presidente provinciale Agri Viterbo: ''Indennizzi che non compensano lontanamente le perdite subite dagli operatori del settore. Chiediamo invece che venga riconosciuto il risarcimento totale del danno''.

''Il numero dei cinghiali cresce a ritmi esponenziali di anno in anno'', continua Pira. Una invasione. Nella Tuscia, infatti, si concentra la popolazione più alta di cinghiali del Lazio: 24.435 capi, dato calcolato all’interno del Priu (il piano contro la peste suina) sulla base degli abbattimenti (8145) registrati nell’ultima stagione venatoria nei due Atc viterbesi. ''Gli attacchi sono all’ordine del giorno, non si contano più. Ci sono aziende che hanno perso l’intero raccolto. Il lavoro di un anno distrutto dagli ungulati''.

Agrivit chiede innanzitutto misure adeguate al contenimento della specie. ''Bisogna estendere la durata della stagione venatoria e aumentare i prelievi consentiti con la caccia di selezione''.

L’azione dell’associazione di categoria a tutela degli agricoltori e degli allevatori viterbesi si concentra anche nelle aule dei tribunali: ''Una sentenza emessa nel 2020 del tribunale civile di Taranto ha aperto la strada alla possibilità di ottenere il risarcimento quasi totale del danno causato dai cinghiali''. La sentenza Taranto è ancor più significativa ''perché può essere estesa ai danni causati da qualsiasi altro tipo di fauna selvatica, come ad esempio i lupi che sbranano pecore, agnelli e altri animali negli allevamenti. Come associazione ci stiamo muovendo già da tempo in questa direzione, fornendo assistenza alle aziende agricole che intendano fare opposizione contro gli indennizzi e ottenere così quanto gli spetta''.






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