ANNO 15 n° 352
Ceramica: tengono le piastrelle, cala la sanitaria
L’allarme di Confindustria su Ets ed energia: 'L'Ue deve rivedere la normativa, altrimenti il sistema collassa'
Alessandra
18/12/2025 - 04:02
di Alessandra Sorge

CIVITA CASTELLANA - Conferenza di fine anno di Confindustria ceramica: in lieve crescita le vendite per il settore delle piastrelle, in calo quello della ceramica sanitaria. Ieri mattina nella sede di via Monte Santo a Sassuolo il presidente Augusto Ciarrocchi e il direttore Armando Cafiero hanno incontrato la stampa per tracciare un bilancio sull’andamento del settore e rilanciare la richiesta di interventi urgenti a sostegno di un’industria sempre più sotto pressione a causa delle normative ambientali europee.

In assenza dei dati complessivi sul distretto ceramico sanitario, l’attenzione si è concentrata sul comparto delle piastrelle. Per il 2025 si è registrata una produzione in recupero, con una crescita del 5% e 386 milioni di metri quadrati venduti, oltre 300 milioni dei quali destinati all’export. Un segnale positivo, che però non basta a dissipare le preoccupazioni per il futuro. Tra i temi affrontati durante l’incontro, le sfide legate ai costi dell’energia, al Bref ceramico e alle infrastrutture che, nella provincia di Viterbo, rappresentano forti criticità nei collegamenti tra i poli del distretto. Particolare rilievo è stato dato al sistema Ets (Emission Trading System), ritenuto ormai inadeguato per un settore come quello ceramico. 

'Oggi non esistono vere alternative tecnologiche all’uso, già fortemente ottimizzato, del gas naturale – ha spiegato Ciarrocchi –. L’Ets non può spingere le imprese verso l’idrogeno, che non è disponibile e avrebbe costi insostenibili, né verso l’elettrificazione dei processi, che richiederebbe infrastrutture inesistenti'.

In questo contesto, secondo l'associazione di settore, il sistema Ets ha perso la sua funzione di incentivo alla decarbonizzazione, trasformandosi di fatto in una tassa sulla produzione che sottrae risorse fondamentali a investimenti e innovazione.

'Negli ultimi dieci anni - ha ricordato il presidente - l'industria ceramica ha investito oltre 4,3 miliardi nella transizione energetica, ma il sistema Ets sta imponendo costi enormi a un settore che contribuisce solo allo 0,9% delle emissioni europee. Tra il 2021 ed il 2025 il settore ha speso 130 milioni di euro ogni anno, destinati ad aumentare a 180 milioni nel prossimo quinquennio per poi, dal 2031, superare i 225 milioni l'anno, riducendo margini e investimenti e aumentando il rischio di delocalizzazione, mentre il mercato europeo dovrà affrontare una concorrenza sempre più pressante'

Da qui l’appello a Bruxelles e al Governo: 'Senza interventi urgenti e mirati – ha concluso Ciarrocchi – l’industria ceramica rischia la sopravvivenza, schiacciata da una concorrenza internazionale spesso priva di regole ambientali, sociali e salariali come India e Cina. Per questo chiediamo ai governi l’adozione di misure già previste dalla normativa vigente, l’inserimento della ceramica nel Cbam con una sua riforma che tuteli la produzione europea e preveda il rimborso agli esportatori, il rinvio della riduzione delle quote gratuite Ets fino alla disponibilità di reali alternative tecnologiche, l’estensione delle compensazioni per i costi indiretti anche all’energia autoprodotta, la semplificazione dell’Ets per le piccole imprese e la correzione del meccanismo della “worst performance”, che rischia di penalizzare ingiustamente gli impianti a ciclo completo'.

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