RONCIGLIONE – In un momento in cui il dibattito sull’apertura del nuovo CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) in Piazza Principe di Piemonte ha acceso polemiche e raccolte firme, la voce dell’A.N.P.I. – Sezione intercomunale 'Mancini-Picari' si leva chiara e ferma per difendere i valori dell’accoglienza e della solidarietà.
L’associazione dei partigiani si è detta profondamente contraria a ogni forma di ostilità o tentativo di bloccare l’apertura del centro, che ospiterà 24 richiedenti asilo politico, sottolineando che la decisione non è competenza dell’amministrazione comunale, ma frutto di un atto prefettizio, quindi governativo.
“Ci dissociamo con fermezza dalle azioni che puntano a ostacolare l’apertura del CAS – si legge nella nota firmata dal presidente Antonio Giuggiolini – ritenendo che, al contrario, il suo posizionamento nel centro cittadino possa rappresentare un punto di forza per l’integrazione, grazie alla vicinanza con scuole, servizi e attività”.
L’ANPI sottolinea come la presenza nel cuore del paese non sia una debolezza, ma una risorsa, una leva fondamentale per favorire percorsi di inclusione e umanità per persone già duramente provate da guerre, carestie e persecuzioni.
Non è la prima volta, inoltre, che Ronciglione affronta un’esperienza del genere. In passato, un altro centro aveva ospitato 28 giovani richiedenti asilo. Di questi, sei vivono ancora oggi nel paese, perfettamente integrati e con un lavoro stabile.
“Il bilancio fu più che positivo – ricorda l’associazione – e dimostra che la nostra comunità è capace di accogliere e di costruire ponti, non muri”.
Nella nota, ANPI rinnova la fiducia nell’amministrazione comunale affinché venga garantita un’adeguata vigilanza sulla qualità dei servizi offerti dal gestore del centro, in modo da assicurare dignità, sicurezza e vivibilità a ospiti e cittadini.
Infine, il richiamo ai valori che animano l’associazione e che oggi appaiono quanto mai necessari: solidarietà, rispetto, democrazia e fratellanza. Valori che, come scrivono, “sono alla base dell’esistenza stessa dell’ANPI e che oggi ci impediscono di rimanere in silenzio”.