ANNO 14 n° 120
Caro olio: cambia il clima e la produzione va gił
Il 50% in meno di 'oro verde' fa schizzare i prezzi, e aumenteranno ancora
Fabio
06/03/2024 - 06:59
di Fabio Tornatore

di Fabio Tornatore

VITERBO - Crolla la produzione di olio quest'anno, anche del 50%, con il conseguente aumento dei prezzi, almeno il 20-30% in più. Sodano: 'colpa del cambiamento climatico, bisogna intervenire, e in fretta'. Francesca Boni: 'il prodotto già scarseggia, quindi i prezzi aumenteranno ancora'.

Che il costo dell'olio sia salito è sotto gli occhi di tutti, basta andare in un supermercato. E per un ristoratore che cerca un prodotto di alta qualità può arrivare anche a 30 euro al litro. Quali siano le cause però non è proprio chiaro, visti gli aumenti generalizzati di tutti i prodotti e le più svariate cause attribuite.

'Durante il periodo di allegazione e fioritura il clima è stato molto umido, e poi è passato di colpo a caldo soffocante' spiega Gianpaolo Sodano, del frantoio Tuscus di Vetralla 'per cui i germogli sono seccati. Il cambiamento climatico sta distruggendo la produzione, bisogna fare urgentemente qualcosa. Noi, come molti altri, abbiamo avuto una produzione della metà rispetto allo scorso anno, quindi come molti siamo ricorsi al mercato di olive dal sud Italia, dove è ancora alta. Mentre gli anni passati si compravano a 60-80 euro al quintale ora sono schizzati a 140. Quindi se lo scorso anno la produzione di un chilo di olio costava 14 euro ora passa a 20'.

Anche Pietro Re, dell'azienda Tamìa è in simili situazioni: 'Noi vendiamo solo nella ristorazione, ma per non aumentare troppo il prezzo abbiamo di molto assottigliato il margine di guadagno. In più quest'anno anche la resa è minore, di 1.5 punti'.

I dati di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) parlano infatti, per il Lazio, di 6990 tonnellate prodotte, su 52 mila tonnellate di olive molite, contro le 15 mila tonnellate di olio prodotto nel 2022. A livello nazionale la produzione resta buona, anzi più alta delle stime, con quasi 300 mila tonnellate: merito della puglia, che contribuisce con il 50% della produzione della prenisola, e della Calabria, con 13%.

'Anche la nostra azienda ha subito un calo' spiega Francesca Boni, dell'azienda Traldi 'abbiamo avuto poco più della metà di olio prodotto, quindi anche noi abbiamo dovuto aumentare il prezzo di un 20-30%. Noi lavoriamo solo con la ristorazione, ma anche i piccoli agricoltori  che vendono alle famiglie hanno dovuto aumentare per via del calo della produzione, a 12-15 eiuro al litro. E il prodotto comincia già a scarseggiare, quindi si potrtebbe prevedere un aumento dei prezzi'.






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