VITERBO - (M.V.) Con la conferenza stampa di ieri mattina in sala D’ercole, Viterbo ha fatto il primo passo sul lungo cammino che la porterà a candidarsi nel 2033 a Capitale europea della cultura.
Sarà un percorso che avrà come protagonisti i cittadini e le aziende del capoluogo.
Saranno proprio loro, infatti, a proporre le idee da cui nascerà il dossier finale per la candidatura.
Questa mattina La sindaca Frontini e il vicesindaco Alfonso Antoniozzi, in veste non solo di assessore alla cultura, ma anche al prestigioso riconoscimento, hanno spiegato le modalità della prima mossa concreta per iniziare il percorso.
Si tratta di una Open Call, diretta appunto al pubblico per raccogliere i progetti migliori da utilizzare.
Con loro Maria Chiara Giovannelli, dottoranda dell’Unitus che sta seguendo un progetto di ricerca dedicato alla candidatura della città dei papi al podio Europeo.
“Il progetto di candidatura a Capitale della Cultura 2033 non è un'impresa dell’ultim’ora - ha sottolineato Antoniozzi -, ma il frutto di un processo che affonda le radici in esperienze precedenti, in particolare nel lavoro pionieristico del professor Franco, che ricopriva questa carica prima di me. Oggi, con il supporto della sindaca e di vari stakeholder, la città si trova in un momento di fermento creativo, in cui le idee di ogni cittadino possono prendere forma e contribuire concretamente al progetto”.
Antoniozzi ha poi spiegato i vari step del progetto:
“Il percorso inizia con la firma del protocollo d'intesa e la formazione del comitato promotore, passo fondamentale che sancisce la fiducia riposta nella candidatura. Da qui, si svilupperà un comitato scientifico, incaricato di raccogliere l'input della cittadinanza e di delineare, con cura, il dossier di candidatura. Accanto a questo impegno istituzionale, una società di comunicazione dedicata si occuperà di raccontare l'evoluzione del progetto non solo alla città, ma anche all'Italia e all'Europa”.
La sindaca ha spiegato il duro lavoro di preparazione a monte della candidatura
“Il dossier non sarà un documento 'pronto su una mensola' ma il frutto di un lavoro coordinato - ha sottolineato Frontini -. L’approccio bottom up, già affermato nella tradizione delle precedenti candidature, pone al centro la partecipazione attiva di associazioni, parti sociali e realtà culturali locali. In questo modo, la candidatura diventa un patrimonio condiviso, un vero e proprio 'laboratorio culturale' in cui vengono raccolte idee e suggestioni dalla città”.
Infine, Chiara Giovannelli ha definito il progetto una 'chiamata alle menti' “un invito a raccogliere idee e progetti che, a medio-lungo termine, disegneranno il destino culturale della città”.
“La strategia delineata per Viterbo non è solo un progetto culturale - ha continuato -, ma è anche un invito a trasformare la città in un modello di partecipazione attiva e di integrazione europea. La cultura - ha concluso -, può e deve unire tutte le componenti della comunità, rendendo Viterbo protagonista in un panorama continentale in cui la diversità diventa il punto di forza”.