


VITERBO – Il Comune di Viterbo è stato condannato a pagare oltre 102mila euro per bollette dell’energia elettrica rimaste insolute. Una somma inizialmente pari a 68mila euro, poi lievitata con interessi di mora, spese legali e altri oneri accessori. La giunta ha già deliberato di presentare ricorso in appello, con la scadenza fissata per oggi.
La vicenda è arrivata ieri in commissione, dove ha generato tensioni e preoccupazione sia tra i consiglieri di opposizione sia tra quelli della maggioranza. Il nodo principale riguarda l’opportunità di proseguire l’iter giudiziario, rischiando ulteriori costi a carico della cittadinanza, invece di corrispondere l’importo dovuto. Come sottolineato da Francesca Sanna (Pd), se il servizio è stato richiesto e svolto, “la cifra doveva essere già iscritta in bilancio e risultare ancora come residuo”.
Fin dall’avvio dei lavori sono emerse “innumerevoli zone d’ombra”. A illustrare il caso è stato l’assessore al patrimonio Giancarlo Martinengo, spiegando che alcune bollette non sarebbero arrivate tramite i canali ordinari della pubblica amministrazione, circostanza che avrebbe portato al mancato pagamento. Nel frattempo, le fatture sono state cedute a una banca, che ha successivamente richiesto il saldo al Comune senza ottenere risposta.
Da qui la condanna del giudice e la necessità di procedere con l’iscrizione del debito fuori bilancio, proposta esaminata ieri in commissione. Una riunione così complessa che la stessa maggioranza ha chiesto dieci minuti di sospensione per approfondire un quadro ancora poco chiaro.